Zingaretti attacca Salvini: “Io aiuto i migranti”. E stacca un assegno a 6 cifre per finanziare accoglienza.
Pd e segretario sono instancabili. Ci riprovano. Arrivano altri soldi a pioggia per finanziare l’accoglienza.
Il governatore Nicola Zingaretti staccaun assegno da 1,2 milioni di euro. Il tutto destinato a “interventi di integrazione sociale dei titolari di protezione internazionale e dei beneficiari di permesso di soggiorno per motivi umanitari, usciti dalla strutture residenziali”.
Una mossa politica per andare contro Matteo Salvini e la linea dura adottata contro l’immigrazione clandestina.
E questo dichiara il piddino: “Vogliamo aiutare i tanti invisibili creati dal decreto Sicurezza approvato dal governo”.
Con lo stanziamento di oggi Zingaretti e la sua Giunta hanno voluto mandare un segnale chiaro al governo gialloverde e, in modo particolare, a Salvini. “In questo modo – ha spiegato il governatore della Regione Lazio – vogliamo restituire l’umanità perduta alle persone in difficoltà”.
I soldi finiranno direttamente nelle casse di quei Comuni che hanno attivato”percorsi di accoglienza e di integrazione”. “Quello che fino ad oggi è stato fatto in diverse realtà locali – ha continuato – è la dimostrazione che è possibile un altro approccio nella gestione dei flussi migratori“.
E così a Roma Capitale saranno erogati 362.109 euro, mentre al restante territorio laziale saranno destinati 837.890 euro. Di questi ventimila euro finiranno a Castelnuovo di Porto dove è stato chiuso il Centro di accoglienza per richiedenti asilo (Cara).
Per poter accedere ai fondi, gli enti titolari dovranno presentare “una proposta volta all’inclusione sociale dei migranti, con particolare riferimento alle situazioni di fragilità e vulnerabilità”.
l’assessore alle Politiche sociali, Welfare ed Enti locali, Alessandra Troncarelli, spiega così: “Lo scopo della Regione è sostenere i Comuni che hanno scelto di aderire al Siproimi per l’inserimento socio-economico e la promozione della partecipazione attiva degli stranieri all’interno della comunità che li ospita”.
E conclude: “Il nostro intervento è rivolto a coloro che, terminato il percorso di accoglienza di primo livello, restano sul territorio laziale in carico ai servizi sociali lo facciamo consapevoli che l’integrazione è la chiave per garantire la convivenza civile nella comunità”.