Zelensky: “La fine di Putin segnerà la fine del conflitto”

Volodymyr Zelensky ha espresso con chiarezza la sua posizione sulla situazione attuale tra Ucraina e Russia, dichiarando che la morte di Vladimir Putin rappresenterebbe un punto di svolta decisivo. Durante un incontro con giornalisti internazionali, incluso un team della BBC, Zelensky ha sottolineato l’inevitabilità di questo evento come chiave per porre fine al conflitto.

Morirà presto, è una certezza“, ha affermato Zelensky con fermezza. Non si tratta solo di una previsione, ma di una visione storica secondo cui la guerra terminerà con la scomparsa di Putin, figura centrale dell’aggressione russa e ostacolo a qualsiasi soluzione negoziale che rispetti la sovranità ucraina.

Una posizione ferma

Secondo Zelensky, non può esserci pace con Putin al potere. Egli è visto non solo come l’artefice della guerra, ma anche come il simbolo di una visione imperiale che nega l’esistenza di un’Ucraina indipendente. La sua scomparsa rappresenterebbe l’eliminazione di un paradigma, non solo la fine di un avversario.

Il messaggio politico è chiaro: nessun compromesso sarà accettato e la sovranità territoriale rimarrà il principio fondamentale del nuovo assetto europeo. Zelensky insiste sulla necessità di mantenere intatti i confini internazionalmente riconosciuti dell’Ucraina.

Difendere i confini

Il presidente ha ribadito con forza che Kyiv non accetterà mai la perdita di alcun territorio, né in Donbass né in Crimea. “Quelle terre sono nostre”, ha dichiarato, sottolineando che l’Ucraina è determinata a combattere fino al ripristino dei suoi confini legittimi. Nessuna pace sarà accettata a scapito dell’integrità territoriale.

Zelensky riconosce che la riconquista potrebbe richiedere tempo, ma è fermamente intenzionato a perseguire la piena restituzione attraverso ogni mezzo possibile, a partire dalla diplomazia, che a suo avviso deve essere sostenuta da forza.

La forza della diplomazia

“La diplomazia deve essere forte”, ha spiegato. Per Zelensky, la Russia comprende solo il linguaggio della forza. Questo si applica sia sul campo di battaglia, dove l’Ucraina continua a richiedere supporto militare dall’Occidente, sia sul piano economico, dove le sanzioni internazionali restano cruciali.

Le sanzioni non solo devono essere mantenute, ma inasprite, ha insistito Zelensky. L’idea che Mosca possa essere indotta a negoziare attraverso gesti di apertura è vista dal presidente come un’illusione pericolosa. Secondo lui, il Cremlino interpretarebbe qualsiasi segnale di dialogo come un segno di debolezza.

Strategia di lungo periodo

Zelensky è consapevole che il conflitto potrebbe protrarsi nel tempo. Tuttavia, è determinato a mantenere una narrazione strategica coerente, priva di ambiguità. Il nemico è identificato chiaramente, con un volto e un nome. “Putin morirà presto“, ripete. È una profezia e una speranza, un messaggio per il mondo e per gli ucraini.

Mentre le diplomazie internazionali si muovono tra segnali e attese, l’Ucraina di Zelensky consolida la sua posizione: nessuna resa, nessun compromesso, nessuna presenza russa entro i confini ucraini. Solo allora si potrà iniziare a parlare di pace.

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