VA IN CAMPAGNA, MA QUELLO CHE SUCCEDE È AGGHIACCIANTE
Il sole ci spinge a trascorrere il tempo libero all’aria aperta. Che sia al mare o in campagna ,poco importa. Quel che conta è beneficiare degli effetti positivi dei raggi solari, purché presi con moderazione. Sappiamo rappresentano una vera e propria terapia.
Il sole è fonte di vitamina D, è un toccasana per l’umore, ci rende sereni, in pace con noi stessi e col mondo che ci circonda. Evadere, ritagliarsi del tempo per se stessi, è un qualcosa che tutti dovremmo fare, dal momento che, presi dalla frenesia quotidiana, dimentichiamo quanto importante sia staccare la spina.
A volte spegnere i dispositivi tecnologici da cui siamo dipendenti, per assaporare la bellezza della spontaneità, ci rigenera. C’è solo un piccolissimo “dettaglio” che non tendiamo a considerare. E’ il ruolo del destino, quello che incombe inaspettatamente, turbando la quiete di una giornata all’insegna della spensieratezza.
Quando stiamo bene, è scientificamente provato, tutti i pensieri negativi passano in secondo piano. Vogliamo goderci la bellezza di un tramonto, una passeggiata lungo i sentieri, a contatto con la natura, un tuffo in mare, la visita di una meta turistica, in compagnia di chi amiamo, che sia nostro figlio, il nostro partner o un’amica.
Eppure c’è una storia di cronaca che sta facendo molto discutere. Si tratta di un qualcosa di davvero assurdo accaduto in campagna. Vediamo, in dettaglio, questo caso che sta rimbalzando sui principali siti d’informazione tra lo sconcerto generale.
Un’ intera comunità è sconvoltsaper quanto accaduto ad un suo giovanissimo concittadino. Il bimbo, terminato l’asilo, è stato invitato dai nonni a trascorrere un pomeriggio nella loro campagna. Avrebbero dovuto raccogliere la frutta e la verdura di stagione del loro orticello ma è risaputo che il destino è pronto a stravolgere i piani.
Tutto ad un tratto la nonna del minore, di cui non sveliamo l’identità per tutelarne la privacy, ha visto correre a gambe levate il nipotino. Queste le parole rilasciate dalla 74enne alla stampa locale: “Mio nipote correva come un matto ma è stato comunque punto circa 15 volte, l’ho visto correre disperato”. Il povero bimbo ha vissuto momenti di autentico terrore, con un dolore pazzesco che lo ha pervaso, come se gli venissero inferti colpi di lama tutti insieme.
La nonna, pur non riuscendo a capire cosa portasse il nipote a comportarsi in quel modo, ha allertato immediatamente i sanitari che sono sopraggiunti sul posto e trasferito presso l’ospedale più vicino il minore per sottoporlo alle cure del caso. I testimoni oculari riferiscono che uno sciame d’api è apparso dal nulla, assalendo il piccolo.
La situazione è stata risolta da due apicoltori che hanno individuato, proprio nei pressi dell’orticello appartenente ai nonni del bambino, due alveari tenuti, senza permesso, da un loro vicino di terreno, residente della zona. Gli esperti hanno provveduto alla rimozione degli alveari, mettendo in sicurezza la zona.
Resta da capire, ad oggi, come mai le api abbiano attaccato in quel modo il bambino. Una delle ipotesi al vaglio degli inquirenti è che siano state infastidite da rumori come il suono del clacson di un’auto. Ricordiamo che le punture di tali insetti non vanno assolutamente sottovalutate in quanto, nei casi più severi, dopo una puntura di un’ape, può svilupparsi uno shock anafilattico. Questo è caratterizzato da una riduzione della pressione arteriosa marcata e persistente, la quale può condurre a intorpidimento o perdita di coscienza, vertigini e arresto cardiocircolatorio.