TUMORE: ECCO I SINTOMI PER POTERLO RICONOSCERE IN TEMPO
Per troppo tempo i riflettori sono stati tristemente puntati sulle ondate pandemiche legate al Covid ma non dobbiamo assolutamente far passare in secondo piano altri pazienti affetti da gravi malattie, tra cui quelli oncologici.
Chi ha provato sulla sua pelle cosa significhi avere un tumore o ha qualcuno a lui caro che ne è stato colpito, sa perfettamente quanto doloroso sia il percorso, dalla diagnosi alla cura, con la speranza di riuscire a salvarsi.
Sono eventi che arrivano all’improvviso e che sconvolgono la vita. Tutti combattono, da guerrieri, pur non riuscendo sempre a vincere la loro lotta per la vita.
Lo vediamo ogni giorno quanto “il mostro” mieta vittime. Le notizie di cronaca, di solito, parlando di personaggi del mondo dello spettacolo che non ce l’hanno fatta ma tanti sono i “comuni mortali”, alle prese con questo orribile male.
Ci sono tumori che lanciano segnali più evidenti ed altri che si manifestano con sintomi, in apparenza, comuni a problemi più innocui. E’ per questo che la conoscenza della sintomatologia è essenziale.
In particolare, quello di cui voglio parlarvi è un tumore di cui si parla molto poco, pur mietendo vittime. Mi riferisco al tumore all’orecchio; un tumore molto raro che colpisce soltanto una o due persone su un milione, di solito dopo i 55 anni. Tale tumore, in base alla sede in cui è localizzato, si divide in tumore maligno dell’ orecchio esterno e tumore maligno dell’orecchio medio. Nella maggior parte dei casi si tratta di carcinomi basocellulari ma può trattarsi anche adenocarcinomi.
Tale neoplasia, semplicisticamente parlando, si può manifestare nei soggetti che, anche da piccoli, hanno avuto una serie di infezioni o trattamenti che hanno potuto danneggiare l’orecchio. Trattandosi di un tumore raro, i sintomi spesso vengono ignorati o sminuiti, scambiati per problemi passeggeri. Prima di trarre conclusioni affrettate, legate ad errate autodiagnosi, occorre prestare bene attenzione ad alcuni sintomi: senso di ovattamento dell’orecchio, ipoacusia trasmissiva, vertigini, forti dolori all’orecchio, otorrea, paralisi, gonfiore dei linfonodi del collo.
Per quanto riguarda il tumore dell’orecchio esterno, occorre prestare la massima attenzione a ferite che si protraggono per più di 1 mese e che non si rimarginano, anzi, sanguinano, formando ulcere. Attenzione a bollicine piene di pus o noduli irregolari. Alla comparsa di questi fastidiosi sintomi, senza esitare, rivolgetevi ad uno specialista per evitare di scambiare il cancro per un’infezione rischiare di non uscirne vivi. Rivolgetevi, dunque, ad un otorino che vi dirà quali esami effettuare per giungere ad una diagnosi.
Gli esami fondamentali, finalizzati a scoprire il tumore, sono la TAC delle rocche petrose, la Risonanza Magnetica e il prelievo del tessuto (biopsia). Ma veniamo alla domanda cruciale : esiste una cura? Si, la rimozione chirurgica completa della neoplasia che, a volte, rende necessaria l’asportazione dei linfonodi collegati e, in molti casi, la sottoposizione del paziente a cicli di chemioterapia e radioterapia.
Ovviamente quel che più interessa è se esistono possibilità di sopravvivenza. Tutto dipende da quanto il tumore è esteso, rimarcando l’importanza della diagnosi precoce. Se il tumore è circoscritto, ossia limitato ad un’area senza metastasi, a 5 anni dall’intervento chirurgico di rimozione dello stesso, la sopravvivenza è del 70% circa, mentre se il cancro ha intaccato i linfonodi, in quanto non è stato riconosciuto e preso in tempo, tale sopravvivenza è del 10%. Capiamo bene quanto fondamentale sia riconoscere tempestivamente il tumore. La diagnosi precoce salva la vita.