Strage di Paderno Dugnano, interviene Paolo Crepet

Strage di Paderno Dugnano, interviene Paolo Crepet. Una nuova pagina di cronaca nera è stata scritta in queste ore nel nostro Paese. Un ragazzo di 17 anni di Paderno Dugnano ha commesso una vera e propria stage uccidendo con un coltello i genitori e il fratellino di 12 anni. Poi la confessione: “Non c’è un vero motivo per cui li ho uccisi. Mi sentivo un corpo estraneo nella mia famiglia. Oppresso. Ho pensato che uccidendoli tutti mi sarei liberato da questo disagio. Me ne sono accorto un minuto dopo: ho capito che non era uccidendoli che mi sarei liberato”. Ora su questa storia è intervenuto lo psichiatra e sociologo Paolo Crepet. (Continua a leggere dopo le foto)

Strage di Paderno Dugnano, interviene Paolo Crepet

Un ragazzo di 17 anni di Paderno Dugnano ha commesso una vera e propria strage uccidendo con un coltello i genitori e il fratellino di 12 anni. Su queste argomento, attraverso le pagine de Il Messaggero, è intervenuto Paolo Crepet. Il professor Paolo Crepet, psichiatra, sociologo e saggista ha ammesso: “Pensa veramente che esista ancora una famiglia tipo quelle degli anni Cinquanta, forte, coesa, con il nonno a capotavola? Lo sto dicendo da molto tempo, la famiglia è in frantumi. E purtroppo la vicenda di Paderno Dugnano non deve sorprendere”.

Parlando del dramma di Paderno Dugnano, il giornalista de Il Messaggero ha fatto notare a Paolo Crepet che nella pagina Facebook del padre ci sono molte foto con il figlio maggiore, vale a dire con colui che poi lo avrebbe ucciso. A questo punto il giornalista ha chiesto cosa possa significare tutto questo e l’esperto ha risposto: “Forse sono segnali del senso di colpa. Farsi la foto con un figlio è semplice, fare il genitore è più complicato. Dirgli se vai in motorino senza casco la prossima volta il motorino non lo vedi più è più complicato. E allora meglio mettere le foto su Facebook, più facile”. (Continua a leggere dopo le foto)

Il giornalista ha chiesto: “Lei ha citato la storia di Erika e Omar. Forse è stata quella che ci ha fatto perdere l’innocenza in Italia, ci ha mostrato la famiglia in modo differente. In quel caso Erika era la figlia maggiore. Come a Paderno Dugnano”. Crepet ha risposto: “Penso sia una casualità, ogni storia ha una sua ragione d’essere e comunque la società più di vent’anni fa era molto differente. C’è una cosa in comune però tra Novi Ligure e Paderno Dugnano. Una cosa che tra l’altro è peggiorata. All’epoca di Erika e Omar mi invitò al Tg5 Enrico Mentana. E mi domandò: “che cosa può fare un genitore?”. Io risposi: “chiedere al figlio: come stai?”. Mentana pensò fosse una battuta, una banalità. Ma non è così: forse questo delitto non ci sarebbe stato se qualcuno avesse chiesto: “come stai?”. Rispetto a quegli anni tutto è peggiorato. E allora non c’erano i social. E non c’era la droga che c’è oggi. Ovviamente c’era, ma oggi è differente. Oggi c’è la cocaina a tredici anni”.