«Sp*ra a Giorgia», vetrine rotte e vernice su banche e negozi al corteo Pro Palestina a Milano

Milano ha vissuto una giornata di forte tensione e vandalismo durante una manifestazione che, inizialmente autorizzata come pacifica, si è rapidamente trasformata in un’occasione per attacchi mirati a esercizi commerciali e istituzioni finanziarie. I manifestanti, in gran parte motivati dalla situazione in Medio Oriente, hanno preso di mira numerosi negozi, in particolare banche e multinazionali, lasciando dietro di sé una scia di distruzione.

Tra gli obiettivi principali, il Banco BPM e la filiale del Banco Desio in via Trau, dove una telecamera di sorveglianza è stata bruciata e la vetrina imbrattata con la scritta «No riarmo». In via Pola, la filiale di UniCredit ha subito un attacco violento: la vetrata è stata infranta e sulla facciata è comparsa la frase provocatoria «UniCredit complice del genocidio». Alcuni attivisti hanno persino esortato i manifestanti a allontanarsi dalla zona per il rischio che la vetrata cedesse del tutto.

Non è andata meglio alla caffetteria Starbucks, anch’essa colpita dai vandali. Qui, la vetrina è stata infranta e le pareti esterne sono state ricoperte di scritte contro Israele e le aziende accusate di complicità nel conflitto. Questi atti di vandalismo hanno sollevato preoccupazioni non solo per i danni materiali, ma anche per il clima di crescente tensione sociale.

Durante il passaggio del corteo, si sono sentiti anche diversi petardi esplosi, aumentando la frustrazione tra manifestanti e forze dell’ordine. Fortunatamente, al momento non si segnalano feriti, ma il bilancio dei danni è ancora in fase di valutazione.

Le autorità locali hanno avviato indagini per identificare i responsabili dei danneggiamenti e delle scritte minacciose. Il clima politico e sociale attorno al conflitto israelo-palestinese resta incandescente, e quanto accaduto a Milano rischia di alzare ulteriormente il livello dello scontro anche sul fronte interno.

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