Sport in lutto, il campione è morto dopo una rapina: piange il ciclismo mondiale
Il mondo del ciclismo è in lutto per la tragica scomparsa di Marlon Pérez Arango, ex campione del mondo, deceduto a soli 48 anni a causa di una ferita mortale al collo, inflitta durante una rapina. L’aggressione è avvenuta mercoledì 2 ottobre a Medellín, in Colombia. Nonostante il tempestivo trasporto in ospedale, Pérez è morto poche ore dopo il ricovero, a causa delle gravissime condizioni in cui versava.
Secondo le prime ricostruzioni, Pérez si trovava in compagnia di altre due persone quando è stato brutalmente aggredito. Tra queste, un uomo noto come “Alias Barbas”, è stato fermato dalla polizia poco dopo l’evento. Le autorità, allertate per un accoltellamento, hanno trovato l’ex ciclista gravemente ferito e privo di documenti. La lama che lo ha colpito al collo ha reciso delle parti vitali, rendendo vano ogni tentativo di soccorso.
Morto l’ex campione del mondo Marlon Pérez Arango
La polizia di Medellín ha identificato e arrestato Alias Barbas, trovato in evidente stato di ebbrezza e con tracce di sangue sui vestiti, riconducibili alla vittima. Nonostante non sia stato possibile arrestarlo immediatamente per mancanza di flagranza, le autorità hanno avviato il processo giudiziario. Gli inquirenti stanno ancora cercando di ricostruire nei dettagli la dinamica dell’aggressione, ma l’ipotesi della rapina sembra ormai confermata.
Marlon Pérez Arango è stato una figura di spicco nel ciclismo colombiano e internazionale. Nel 1994, a soli 18 anni, conquistò il titolo di campione del mondo juniores nella corsa a punti. Sei anni dopo, nel 2000, vinse la Coppa del Mondo senior nella stessa specialità. La sua carriera decollò definitivamente nel 1998, quando vinse la classifica generale della Vuelta a Colombia U23, segnando l’inizio di una brillante carriera che si protrasse fino al 2011. Tra i suoi successi più importanti, spicca il trionfo ai Giochi Panamericani nella prova a cronometro.
Pérez ha corso per squadre prestigiose come Colombia-Selle Italia, Tenax e Caisse d’Epargne (ora Movistar), diventando uno degli atleti più talentuosi e rappresentativi del suo paese. La sua scomparsa lascia un vuoto incolmabile nel mondo del ciclismo, dove era amato e rispettato non solo per le sue doti atletiche, ma anche per la sua umiltà e il suo impegno. Il ciclismo perde così uno dei suoi protagonisti più brillanti, una figura che ha contribuito a scrivere pagine importanti della storia di questo sport, lasciando un segno indelebile nella memoria dei tifosi e dei colleghi.