“Spettacolo vergognoso”. Papa Francesco, l’intervento a gamba tesa di Cacciari sulle commemorazioni
Un intervento dirompente quello del filosofo Massimo Cacciari nella trasmissione Otto e mezzo su La7, dove ha espresso dure critiche nei confronti delle commemorazioni ufficiali per la morte di Papa Francesco. Ospite di Lilli Gruber, Cacciari ha messo sotto accusa le dichiarazioni di lutto pronunciate in Parlamento da esponenti della maggioranza, tra cui la premier Giorgia Meloni e il presidente del Senato Ignazio La Russa, definendole “misure locali” che denunciano una decadenza etico-politica italiana.
Una critica forte alle celebrazioni politiche
Cacciari ha espresso incredulità e amarezza di fronte a quello che ha definito “lo spettacolo vergognoso” offerto dal Parlamento, sottolineando come tali gesti siano più simili a ipocrisie che a autentiche manifestazioni di rispetto e riconoscimento. Per il filosofo, questa retorica post mortem si discosta profondamente dal messaggio di coerenza e coraggio morale che Papa Francesco ha sempre incarnato, e rappresenta invece una forma di “miseria locale” che riflette una crisi più ampia della classe politica italiana.
Il futuro del pontificato e la svolta conservatrice
Cacciari si è poi soffermato sul futuro del papato, evidenziando come l’elezione del successore di Francesco possa segnare una svolta conservatrice, soprattutto se l’Europa non si dimostrerà compatta nel proseguire la linea del Papa argentino. In questo scenario, il ruolo del clero anglosassone e americano potrebbe risultare determinante nel spingere verso una figura moderata, lasciando intendere come il pontificato di Francesco sia fragile e facilmente strumentalizzabile.
L’eredità morale di Bergoglio e la crisi internazionale
Per Cacciari, Papa Francesco rappresentava l’ultima vera voce morale nel contesto geopolitico attuale. La sua autorevolezza, sia politica che morale, si era manifestata nella capacità di indicare una via di ragionevolezza nei conflitti globali più complessi, come la guerra in Ucraina e la questione israelo-palestinese. Il Papa aveva richiamato l’attenzione sulla necessità di strategie diplomatiche serie e di un impegno autentico per la pace, criticando apertamente le politiche di Israele e il sostegno degli USA, e denunciando l’assenza di una reale volontà di negoziato da parte delle potenze occidentali.
Una voce laica e universale
Cacciari ha sottolineato che il messaggio di Francesco non si limitava alla fede, ma si fondava su principi razionali e universali. La sua posizione, pur essendo radicata nella fede cristiana, si presentava come una voce laica, capace di parlare a credenti e non credenti, e di costruire ponti tra popoli. La sua difesa della dignità umana e dei valori universali si inserisce in un contesto internazionale sempre più frammentato e violento, rendendo il suo pontificato un esempio di impegno morale e politico di grande portata.
Una denuncia morale e politica
Le parole di Cacciari rappresentano un atto d’accusa nei confronti di un sistema di potere incapace di riconoscere e valorizzare la coerenza e il coraggio morale di Papa Francesco. La sua critica si rivolge non solo alle celebrazioni ufficiali, ma all’intera classe politica italiana e al modo in cui si affrontano i grandi temi etici e internazionali, evidenziando come spesso si preferisca il simbolismo vuoto a fronte di un impegno reale e concreto.
In conclusione, l’intervento di Cacciari si configura come un richiamo forte alla responsabilità morale e politica, invitando a riflettere sulla necessità di un’autentica coerenza tra i valori proclamati e le azioni quotidiane, soprattutto in un momento storico segnato da conflitti e crisi di valori.