“Sono le sue battaglie ad aver sgretolato la nostra società e adesso…” Così Mario Giordano demolisce la Bonino, la portavoce della massoneria mondiale
Mario Giordano per “la Verità”
«Emma Bonino premier del centrodestra? Spero di no». L’ ipotesi è stata smentita ieri da Giorgia Meloni. Ma il fatto stesso che questa sia un’ ipotesi su cui discutere non vi sembra surreale? È vero che l’ ex leader radicale, a parte il Comune di Topolinia e la presidenza degli All Blacks, è stata candidata praticamente a tutto, ma proprio a tutto, e non si è mai negata una poltrona appena ha visto la possibilità di appoggiarci su le sue prestigiose terga. Ma vi pare possibile che una che sta facendo campagna elettorale con il centrosinistra venga considerata come premier possibile per il centrodestra?
Sarebbe come se durante un derby venisse assegnato un rigore al Milan e i giocatori cominciassero a chiedersi: chi lo batte? Il bomber dell’ Inter? Una follia, insomma, che solo una legge elettorale demenziale come questa poteva produrre. E infatti ieri i giornalisti hanno posto seriamente la domanda alla Meloni: scusi, che ne pensa della Bonino come leader di un suo governo? Lei, colta di sprovvista, ha risposto «Spero di no». Ma si vedeva che stava pensando: «E perché non Jeeg Robot d’ acciaio? O Mazinga Zeta?».
Però, ecco, va segnalato che la Meloni è una delle poche a dire apertamente che la Bonino non le piace. Perché, di questi tempi, l’ articolo Emma va fortissimo dappertutto: è tornata à la page come quando la si voleva a tutti i costi al Quirinale. Tutti che la applaudono, la riveriscono, la corteggiano, le si stendono davanti come zerbini. Nei salotti tv non viene intervistata: viene venerata. Sui giornali non viene raccontata: viene osannata. Gli altri esponenti politici fanno campagna elettorale.
Lei no: fa l’ oracolo. Non viene mai incalzata, al massimo innalzata. Sale in cattedra. In effetti: gli altri fanno comizi, lei al massimo fa lezioni. Gli altri cercano voti, lei invece li dà. È una candidata a tutti gli effetti. Ma la trattano come se fosse un guru. La voce della verità. Una santona. E dunque avanti, tutti in ginocchio, ad ascoltare il vangelo della Beata Emma da Bra.
Del resto farsi trattare come Santa Subito non è un risultato da poco, soprattutto per una che è entrata in politica sull’ onda degli aborti clandestini. Ricordate? Dichiarò di averne fatti 10.141. E si fece fotografare mentre ne praticava uno con la pompa da bicicletta. Da allora la sua carriera non si è mai fermata: ha avuto più poltrone lei che Divani&Divani, come le ha ricordato Marco Travaglio, uno dei pochi che ha osato contraddirla in un talk show, rischiando seduta stante l’ incriminazione per lesa maestà. Emma è stata infatti otto volte parlamentare, quattro volte eurodeputato, vicepresidente del Senato, commissaria Europea e tre volte ministro, due con Romano Prodi e una con Enrico Letta.
Ha governato con il centrosinistra ma ha detto di aver lavorato bene anche con il centrodestra: infatti si è fatta eleggere in Parlamento nel 1994 da Fi ed è stata nominata a Bruxelles da Silvio Berlusconi. Franza o Spagna purché se magna, insomma. A questo giro, per esempio rischiava di restare fuori dal Parlamento perché non riusciva a raccogliere le firme necessarie per presentare la sua lista.
Ma come può la Bonino restare senza poltrona? Così ha accettato il passaggio garantito del Centro democratico di Bruno Tabacci: un trucchetto da vecchia lenza della politica per una che da una vita dice di battersi contro la partitocrazia. Ma soprattutto l’ abbraccio con un democristiano per chi si è sempre professata fortemente anti clericale. Non male, no? Se la coerenza fosse acqua, la Bonino sarebbe il deserto del Gobi.
E allora perché tutti continuano a osannarla, venerarla e candidarla a qualsivoglia poltrona? La presidenza del Consiglio, in quota centrodestra, è solo l’ ultimo incarico ventilato per lei: è stata candidata infatti a tutto, presidenza della Repubblica, presidenza delle Camere, ministro degli Esteri, ministro della Difesa, presidente della Regione Piemonte, presidente della Regione Lazio, alto commissario Onu ai rifugiati, alto rappresentante Onu in Iraq, addirittura leader del centrodestra… Quest’ ultima candidatura fu di Marco Pannella, il suo maestro che naturalmente la Beata Emma ha tradito a tal punto da farsi cacciare via dal partito. «Per lei l’ unico problema è quello di far parte del jet set internazionale», commentò acido e deluso il buon Marco. Il jet set internazionale, proprio così.
Non a caso Emma è amica di George Soros, fa parte del board della sua Open society ed è anche stata chiamata ai ritrovi del Bilderberg. «Il Bilderberg non è il Ku klux klan», ha detto l’ altro giorno in tv. D’ accordo. Ma da ex Radicale, sarebbe disposta a portarsi Cicciolina anche lì, come fece in Parlamento? O per i club dell’ alta finanza porta più rispetto di quello che ha riservato alle istituzioni italiane?
La trasformazione, infatti, è straordinaria: cresciuta nel partito della contestazione Emma è diventata il simbolo della rassicurazione. Ha fatto carriera a suon di destabilizzazione e si è trasformata nel simbolo dell’ establishment.
S’ è costruita un curriculum sulla violazione delle leggi e adesso diventa l’ emblema dell’ ordine costituito. Era sovversiva, ora piace alla gente che piace. E forse piace proprio per questo, perché le lotte che ha sostenuto nel corso degli anni, dall’ aborto alla legalizzazione della droga, dal divorzio all’ eutanasia e alle nozze gay, sono quelle che hanno portato allo sgretolamento della nostra società, che così non può più opporre nessuna resistenza al rincitrullimento globale.
Adesso non resta che l’ ultimo colpo: completare l’ invasione dell’ Italia ad opera degli immigrati. Non a caso è il cavallo di battaglia della Bonino in questa campagna elettorale: vorrebbe dare al cittadinanza a tutti i clandestini e poi farne arrivare ancora, a frotte, a colonizzare l’ intero Paese.
Dice che ne abbiamo bisogno.
Soros confermerà. E dunque perché stupirsi? Di fronte a cotanta passione per aborti di italiani e immissioni di clandestini, non possiamo che venerarla. In ogni salotto. In ogni istante. In ogni intervista. La veneriamo sempre più. E, in attesa di affidarle direttamente San Pietro, per completare l’ opera di papa Bergoglio, aspettiamo pieni di ossequiosa fiducia la sua prossima investitura ufficiale. Ieri per esempio abbiamo ascoltato con devozione la Bonino che ribadiva i capisaldi della sua religione economica: la Fornero è una buona legge, il Jobs act funziona perfettamente e che proporre la flat tax significa «scherzare sul fuoco». Coerenza per coerenza, non vi sembra che possa essere un perfetto candidato per governo di centrodestra?
La Meloni se ne faccia una ragione. O, in alternativa, provi a contattare Mazinga Zeta.