Sondaggi, la situazione post dazi: la sinistra accusa il colpo
Negli ultimi mesi, i dazi imposti dagli Stati Uniti all’Unione Europea sono stati al centro di un acceso dibattito politico in Italia, con alcuni esponenti della sinistra che hanno sostenuto che rappresentassero il colpo finale per il governo guidato da Giorgia Meloni. Tuttavia, i dati recenti smentiscono questa narrativa, rivelando un panorama politico ben diverso.
Secondo l’ultimo sondaggio realizzato da Swg per La7, condotto tra il 2 e il 7 aprile, Fratelli d’Italia si conferma come il primo partito del Paese, guadagnando lo 0,4% rispetto alla rilevazione precedente e raggiungendo il 30,2%. Questa crescita è un chiaro segnale di fiducia da parte degli elettori, che sembrano ignorare le critiche mosse dal Partito Democratico e dai suoi alleati, i quali hanno accusato l’esecutivo di connivenza con l’amministrazione Trump e di essere corresponsabile della crisi economica.
In effetti, è importante sottolineare come i dazi siano stati imposti all’intera Unione Europea e non specificamente al governo italiano, una distinzione che sembra essere stata compresa dalla popolazione. Meloni ha adottato un approccio pragmatico e responsabile, convocando immediatamente imprese e associazioni di categoria a Palazzo Chigi per annunciare un piano di recupero da 25 miliardi di euro destinato a sostenere il tessuto economico italiano. Questo atteggiamento ha incontrato il favore di un’ampia fascia dell’elettorato, portando la leader di Fratelli d’Italia a mantenere un alto livello di fiducia personale, attestandosi al 39%, in linea con il 40% ottenuto al momento della sua elezione nell’ottobre del 2022.
Nella coalizione di centrodestra, la situazione si presenta solida. Se da un lato Forza Italia ha registrato un leggero calo dello 0,2% (8,9%), dall’altro la Lega ha visto un incremento dello 0,3% (8,7%), coincidente con il congresso di Firenze e l’ingresso ufficiale del generale Roberto Vannacci, che ha galvanizzato la base del partito. Il totale delle forze di governo si attesta quindi al 47,8%, un dato che dimostra la compattezza della maggioranza.
Al contrario, il campo progressista si trova in una situazione più complessa. Il Partito Democratico, sotto la leadership di Elly Schlein, ha registrato una flessione dello 0,2%, scendendo al 22,3%. In compenso, il Movimento 5 Stelle ha ottenuto un significativo incremento del 3%, raggiungendo il 12,2%, grazie alla linea pacifista promossa da Giuseppe Conte. Anche Alleanza Verdi Sinistra ha visto una leggera crescita, attestandosi al 6,2%.
Il centro del campo largo, tuttavia, appare spaccato e i partiti centristi stentano a emergere: Azione si attesta al 3,8%, Italia Viva al 2,5% e +Europa all’1,8%. Il totale delle forze progressiste (PD, M5S, AVS) raggiunge il 40,7%, quasi sette punti percentuali in meno rispetto al centrodestra, evidenziando una certa difficoltà nella coesione di queste forze.
Sui social media, i sostenitori di Fratelli d’Italia hanno accolto con sarcasmo i risultati, affermando che “la sinistra paga la sua politica contro l’Italia”. Questi commenti riflettono una crescente soddisfazione per un risultato che sembra premiare la fermezza e la linea istituzionale del premier Meloni in un momento di alta tensione economica.
In conclusione, i recenti sviluppi politici in Italia suggeriscono che il governo di Giorgia Meloni non solo resiste alle pressioni e alle critiche, ma riesce anche a consolidare il proprio consenso tra gli elettori. Mentre la sinistra continua a lottare con le sue divisioni interne, il centrodestra si presenta unito e forte, pronto ad affrontare le sfide future.