Simone deceduto nell’alluvione, le parole strazianti del fratello Andrea
Un’alluvione tremenda ha colpito l’Emilia Romagna tra sabato 19 e domenica 20 ottobre, lasciando dietro di sé un gravissimo bilancio di migliaia di sfollati. La furia delle piogge ha interessato principalmente le province di Bologna, Modena e Reggio Emilia, dove l’intensità delle precipitazioni ha causato l’esondazione di fiumi e torrenti, allagando interi quartieri e campagne.
Le autorità stanno lavorando senza sosta per fronteggiare l’emergenza e assistere le persone colpite. Il punto più critico si è registrato a Pianoro, nel Bolognese, dove una persona ha perso la vita travolta dall’acqua. Le forti piogge hanno saturato il terreno e la pressione dei corsi d’acqua ha causato frane e smottamenti, contribuendo ad aggravare la situazione.
Centinaia di famiglie sono state costrette a lasciare le proprie abitazioni, e molti residenti hanno perso tutto ciò che possedevano. Le infrastrutture della regione sono state duramente colpite: strade e ferrovie sono state interrotte, rendendo difficili i collegamenti e le operazioni di soccorso. Intere zone agricole, fondamentali per l’economia della regione, sono state sommerse, con danni che si prospettano ingenti anche per le coltivazioni e gli allevamenti.
Il governo regionale ha dichiarato lo stato di emergenza e ha chiesto l’intervento dello Stato per fronteggiare le conseguenze del disastro. Le squadre di soccorso, Vigili del Fuoco e Protezione Civile, stanno lavorando senza sosta per raggiungere le aree isolate e portare aiuto alle famiglie in difficoltà.
Questa improvvisa calamità naturale non è stata priva di conseguenze gravissime: un ragazzo giovanissimo, Simone, ha perso la vita, lasciando nella disperazione più profonda i suoi cari. Le parole del fratello Andrea sono un colpo al cuore e stanno lasciando tutti senza parole. Ha cercato di fare il possibile per salvarlo: ecco il suo triste racconto
Simone Farinelli, un giovane di 20 anni, ha perso la vita durante l’alluvione a Pianoro, Bologna, il 19 ottobre. Simone viaggiava in auto con il fratello maggiore Andrea, quando la loro vettura è stata travolta dalla piena del Rio Caurinziano. Mentre quest’ultimo è riuscito a salvarsi, Simone è rimasto intrappolato nell’auto e non ha potuto essere tratto in salvo nonostante i disperati tentativi del fratello.
“L’ho tenuto fino a che ho potuto, ma a un certo punto…a un centro punto ho perso la presa. E non l’ho più sentito“, ha raccontato Andrea rievocando quei momenti tremendi. La forza dell’acqua è stata inarrestabile, e nonostante gli sforzi, non ha potuto far nulla per salvare il fratello, ritrovato poi in via del Bosco.
I soccorsi sono arrivati in ritardo a causa delle difficili condizioni delle strade, e Andrea ha espresso il suo profondo senso di colpa per non essere riuscito a salvare il fratello. “Come farò a vivere sapendo di non essere riuscito a salvarlo?”, continua a chiedersi il povero Simone, che dovrà vivere con questo enorme peso, nonostante non abbia alcuna responsabilità per quanto accaduto.
I due fratelli stavano cercando di raggiungere la loro madre, che viveva nella zona più colpita dall’alluvione, per aiutarla a mettersi in salvo. Purtroppo, a poche centinaia di metri dalla destinazione, l’acqua li ha travolti, separando i due giovani e portando via Simone. Il corpo senza vita di Simone è stato ritrovato successivamente, mentre l’auto è stata trovata in una zona distante.
Simone, originario di Brescia ma residente a Ozzano Emilia, era iscritto al primo anno dell’Accademia di Belle Arti e aveva una disabilità uditiva. Era molto conosciuto e apprezzato nella comunità locale per il suo impegno sociale.