Sharon, chi l’ha uccisa lo sapeva: la scoperta sulle telecamere

A quasi un mese dall’omicidio di Sharon Verzeni, non c’è ancora nessun sospettato. La barista 33enne è uscita di casa intorno a mezzanotte e 50 minuti dopo è stata trovata cadavere. Chi la voleva morta? L’assassino era qualcuno che conosceva? E perchè Sharon aveva l’abitudine di uscire così tardi la notte? Ancora tante domande che sembrano non trovare risposta nel giallo dell’estate. Intanto si segue la pista del killer professionista.

Chi l’ha uccisa lo sapeva: la scoperta sulle telecamere

Chi ha ucciso Sharon Verzeni in via Castegnate 32 a Terno d’Isola nella notte tra il 29 e il 30 luglio scorsi forse è stato molto fortunato o ha studiato tutto a tavolino. Il killer avrebbe evitato 60 telecamere nel giro di 850 metri senza lasciare una minima traccia. Come ha fatto? Conosceva molto bene il tragitto forse? Dal luogo del delitto ci sono due vie di fuga, entrambe lunghe meno di un chilometro non coperte dalle telecamere. Molto probabilmente l’assassino ha preso una delle due. Forse proprio quella che porta davanti la casa della coppia? E poi c’è l’uomo in bicicletta. È stato ripreso da un filmato a 400 metri dal civico del delitto. Potrebbe essere l’assassino o un testimone. Ma non è ancora stato trovato. (continua dopo la foto)

Le abitudini di Sharon

La ragazza infatti usciva spesso “tardi la sera. Faceva praticamente la stessa strada. Anche in inverno si incamminava al buio con il piumino addosso“. Le stranezze segnalate dai genitori agli inquirenti sembravano quindi essere la norma per Sharon. Mentre in base alle risultanze dell’autopsia quella che l’ha uccisa sarebbe l’aggressione violenta di una persona comune che abita nelle vicinanze. E non di un killer professionista, come si era ipotizzato in un primo momento. Una quarantina sono le sagome immortalate. Trenta gli identificati. All’appello mancano dieci persone, tra cui l’uomo in bici. (continua dopo la foto)

L’ultima frase

Mi ha accoltellato“. È ciò che ha detto Sharon al telefono al 112. Una frase che sembra riferirsi a una persona da lei conosciuta. Ruocco non è indagato e ieri non è stato convocato dai carabinieri. Dalla notte dell’omicidio della compagna, esattamente quattro settimane fa, è già stato sentito tre volte e ulteriori altre tre – le ultime due sabato – è stato convocato in caserma per delle pratiche connesse alle indagini.

L’assassino è qualcuno che non conosciamo, ha dichiarato Ruocco ieri. E ne è convinto anche il papà di Sharon, Bruno Verzeni, che al momento lo ospita in casa sua. “I carabinieri dovrebbero cercarlo in questi palazzi“, invece dicono i residenti. Ma in questo caso mancherebbe comunque un movente: perché uccidere una ragazza senza rapinarla, se si tratta di un balordo?