SeaWatch ha rifiutato approdo in Tunisia: arriva conferma che smentisce stato d’emergenza
Sul caso della Sea Watch interviene anche il Ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli, che contesta la rotta della nave: “Il 19 gennaio, come spesso accade – riferisce Toninelli – la SeaWatch3 si è mossa in totale autonomia in mare Sar libico, senza attendere la Guardia Costiera di Tripoli. Avrebbe poi potuto puntare da subito verso la Tunisia per cercare riparo dal maltempo incombente, ma ha preferito girare la prua in direzione Lampedusa.”
Questo riprende quanto abbiamo scritto, e quanto riportato in un articolo di stamattina dalla giornalista Chiara Giannini
Prosegue Toninelli: “Il 23 gennaio la nave Ong, già giunta nei pressi dell’isola, avrebbe ancora una volta dovuto riparare in Tunisia, come peraltro fecero i pescherecci vicini in quelle ore di atteso peggioramento meteo. Poteva ad esempio dirigersi verso l’area di Zarzis, a poco più di 70 miglia nautiche di distanza”.
Invece nulla: “La SeaWatch invece ha deciso di sfidare il mare, puntando verso le coste siciliane che si trovano a oltre 100 miglia da Lampedusa. E dunque mettendo irresponsabilmente a repentaglio la salute e la vita dei naufraghi. Siamo di fronte a una violazione della legge del mare, secondo cui chi naviga in quelle condizioni dovrebbe fare rotta verso le acque più vicine dove trovare ridosso. Ripeto, più vicine”.
E’ quindi confermato, si potrebbe andare verso la revisione della bandiera e il sequestro della nave. Questo avrebbe però l’effetto collaterale di fare sbarcare in Italia il carico, anche se, in caso di sequestro e quindi stop al traffico, avrebbe un valore completamente diverso. Primo perché toglierebbe una delle ultime Ong dalla circolazione.