“Se n’è andato così”. Alain Delon, il racconto degli ultimi drammatici istanti: chi c’era con lui

Con la morte di Alain Delon si chiude in maniera definitiva una stagione forse irripetibile, di sicuro la più magica, del cinema. A dare l’annuncio sono stati i suoi figli. Nato l’8 novembre 1935 a Sceaux, abbandonato bambino dal padre, infanzia sbandata trascorsa tra la madre e una famiglia adottiva, indole ribelle e nessuna voglia di studiare, dopo il primo lavoro da salumiere il giovanissimo Alain si arruolò nell’esercito e andò a combattere in Indocina.

Poi il cinema, il successo, centinai di film e un alone quasi divino intorno che continuerà oltre l’epilogo di questa mattina quando, all’agenzia France Presse, la famiglia ha comunicato il decesso dell’attore ed i suoi ultimi momenti terrenti. “Alain Fabien, Anouchka, Anthony, oltre che il suo cane Loubo, hanno l’immensa pena di annunciare la dipartita di loro padre”, si legge nel comunicato.

Morte Alain Delon, parlano i figli: “Se n’è andato serenamente”

Si è spento serenamente nella sua casa di Douchy, con accanto i suoi figli e i suoi familiari. La famiglia vi chiede di rispettare la propria intimità in questo momento di lutto estremamente doloroso”. Non sorprende la presenza dell’amato cane Loubo. Delon amava profondamente in cani. Uno dei suoi primi quattrozampe è stata Gaia, una femmina di Dobermann. “Un giorno le ho urlato contro, le ho dato uno schiaffo sulle natiche. Lei si è seduta e mi ha guardato – raccontava Delon – . L’ho vista piangere. Da allora ho capito tutto. Da allora i miei cani hanno sempre sorriso”. A Loubo, il suo ultimo cane, era molto legato.

“Quanti anni mi restano da vivere? Posso arrivare fino a 90, 92 anni. Non sono io a decidere, è l’Altro, lassù. Quello che so è che non lascerò solo il mio cane – disse in un’intervista a Paris Match -. Se muoio prima di lui, chiederò al veterinario di partire insieme. Gli farà un’iniezione in modo che “muoia tra le mie braccia. Lo preferisco piuttosto che sapere che si lascerà morire sulla mia tomba davanti a tanta sofferenza”.

È il cane della mia fine vita perché non voglio morire e lasciare dietro di me un cane (…) È il mio unico cane ed è è il cane della mia fine vita. Per me è capitale e molto importante”. E proprio questo amore così viscerale ha fatto molto soffrire l’attore francese quando anche Loubo è rimasto coinvolto nelle ultime battaglie familiari