Scampia, crolla ballatoio della Vela: chi sono le vittime ed i 13 feriti (tra cui 7 bambini)

Scampia, ore 22.40: un boato squarcia il silenzio della notte. La Vela Celeste, uno degli edifici simbolo del degrado del quartiere, è teatro di una tragedia. Il ballatoio in ferro del terzo piano si stacca improvvisamente, crollando su quelli inferiori. Due persone perdono la vita e 13 rimangono ferite, sette delle quali sono bambini. Il bilancio tragico è tracciato dal prefetto Michele di Bari alle 3.40 durante la riunione del comitato in prefettura. Sono un uomo di 29 anni, deceduto sul colpo, e una donna di 35, morta al momento dell’arrivo in ospedale, le vittime del crollo.
I 7 bambini coinvolti (13 i feriti in totale) hanno tra i 2 e gli 8 anni. Per loro traumi, fratture e contusioni

I feriti più gravi sono stati trasportati al Cto e all’Ospedale del Mare, mentre all’ospedale Santobono sono stati accolti i bambini: due ricoverati e accertamenti su altri cinque. Sul posto sono subito intervenuti i vigili del fuoco per scavare tra le macerie e la polizia per mettere in sicurezza l’area.

Le vittime: un uomo e una donna di 35 e 28 anni

Sono state identificate le due vittime del crollo: si tratta di Roberto Abbruzzo, 28 anni, macellaio della zona, sposato e padre di una bimba piccola, e Margherita Della Ragione, di 35 anni. Una ragazza di 25 anni è in gravi condizioni.

Il sindaco Manfredi ha rilasciato un comunicato: “Siamo profondamente addolorati per la tragedia di questa notte nella Vele Celeste di Scampia. Ho seguito personalmente le operazioni di soccorso ed insieme al Prefetto mi sono recato nella notte sul luogo del crollo per verificare la situazione e per mostrare vicinanza alla popolazione. I nostri servizi sociali stanno fornendo assistenza ai residenti e i tecnici stanno completando i rilievi di sicurezza. Ora è il momento del dolore per chi è rimasto vittima e della speranza per chi è rimasto ferito a cominciare dai bambini, ma proprio per loro voglio anche subito ribadire che il nostro progetto di riqualificazione delle Vele non si ferma e l’impegno per Scampia sarà ancora più forte di prima”

Le vittime sono un uomo di 29 anni, morto sul colpo, e una donna di 35, spirata dopo il ricovero al Cto. In rianimazione al Cardarelli c’è una donna di 25 anni. Nello stesso ospedale sono ricoverate due donne di 53 e 35 anni per traumi riportati nella caduta. All’Ospedale del Mare, un uomo di circa 40-50 anni con emorragia cerebrale e fratture e una donna di 23 anni con fratture. All’Ospedale San Paolo un uomo di 28 anni con tachicardia. I minori ricoverati al Santobono hanno fra i 2 e gli 8 anni e presentano fratture, traumi cranici e contusioni.

Per il quartiere di Scampia è uno choc terribile. La comunità cerca disperatamente di scrollarsi di dosso il marchio di “Gomorra”. I lavori di riqualificazione della Vela B (la cosiddetta ‘Vela Celeste’), finanziati dal Piano Periferie con un investimento di circa 18 milioni di euro, erano stati annunciati ad aprile nel piano di rigenerazione urbana della giunta Manfredi. Il progetto prevede la riqualificazione degli spazi comuni, del piano dei garage e dei porticati, dei collegamenti verticali e del rifacimento delle superfici orizzontali di copertura.

Un intervento pensato per lasciare in piedi come simbolo del passato, del quartiere e delle battaglie del territorio per il riscatto. Le Vele, sette in tutto, furono costruite tra il 1962 e il 1975 su progetto dell’architetto Franz Di Salvo. Negli anni questi edifici sono diventati sempre più sinonimo di degrado, malavita e spaccio di droga.

Nel 1990, la visita di Papa Giovanni Paolo II fu accolta dall’urlo delle associazioni per l’abbattimento delle Vele. Poi la decisione di rilanciare radicalmente il quartiere con l’abbattimento della gran parte delle Vele, la riqualificazione di alcune, e la destinazione in una di esse di corsi di laurea di Medicina. Dopo le due Vele abbattute nel 2003 e nel 2020, a inizio anno sono iniziate le demolizioni di altri due edifici, la gialla e la rossa.

La Vela Celeste è ancora in piedi, animata da un gruppo di residenti che si fanno chiamare “sognatori abusivi”. Un anno fa, quando il Napoli vinse lo scudetto, addobbarono la struttura di azzurro. Stanotte, invece, non c’è spazio per i sogni. Si scava tra le macerie. La Vela è presidiata dalle forze dell’ordine. All’esterno un centinaio di persone osservano, mentre gli assistenti sociali del Comune procedono al censimento degli sfollati.

Vincenza Troise racconta: “Stavamo cenando, avevamo le porte aperte per il caldo. A un tratto abbiamo sentito un boato fortissimo, come un terremoto. Poi un rumore a ripetizione, erano le impalcature di ferro”. Accanto a lei, Raffaele Lentino annuisce e aggiunge: “Sembrava una batteria di fuochi d’artificio”. Vincenza prosegue: “Si sono rotte le condutture d’acqua. Ho 4 bambini, ci siamo chiusi dentro per la paura perché ho pensato fosse il posto più sicuro. Poi siamo scappati tutti attraverso il ballatoio. È stato terribile”.

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