Sara Piffer, le ultime parole della ciclista travolta e uccisa al padre: «Noi stiamo attenti, speriamo lo siano anche gli altri»
Sara Piffer aveva 19 anni e una vita davanti. Amava il ciclismo, lo praticava con passione. Ogni pedalata era un passo verso il futuro, un sogno da costruire. Venerdì mattina ha lasciato casa con il fratello Christian per allenarsi sulle strade della Piana Rotaliana. Prima di partire, ha detto al papà Lorenzo: “Noi stiamo sempre attenti, speriamo lo siano anche gli altri”. Parole che oggi suonano come un triste presagio.
Un sorpasso azzardato, la fine di un sogno
I due fratelli erano partiti da Palù di Giovo, il paese dei campioni, terra di ciclisti. Hanno percorso salite e discese, sfidando il freddo di gennaio. Su via Cesare Battisti, vicino Mezzocorona, il destino li aspettava. Un’auto, una Volkswagen guidata da un uomo di 70 anni, ha tentato un sorpasso. Christian si è salvato per un soffio. Sara no. L’auto l’ha colpita in pieno, sbalzandola sull’asfalto. L’urto è stato violento, il telaio della bici si è spezzato. Per Sara non c’è stato nulla da fare. I soccorsi sono arrivati in elicottero, i medici hanno fatto il possibile. Ma la vita della giovane ciclista si è fermata lì.
La passione per il ciclismo e il mito di Moser
Sara era cresciuta con il mito di Francesco Moser, il campione che aveva reso grande il suo paese. Da bambina aveva iniziato a pedalare con la Velo Sport Mezzocorona. Aveva talento e determinazione. Nel 2023 aveva vinto il Gran Premio Città di Corridonia ed era arrivata seconda nella cronoscalata di Verla-Maso Roncador. Aveva rappresentato l’Italia ai Mondiali di Glasgow, portando in alto i colori del Trentino. Non solo ciclismo: Sara studiava Finanza e Marketing e lavorava per promuovere il turismo della sua terra.
Il dolore della comunità e l’addio a una giovane promessa
La morte di Sara ha lasciato un vuoto enorme. La famiglia, gli amici, la squadra, tutti sono sconvolti. “Ti abbiamo vista crescere e rimarrai sempre parte della nostra squadra”, scrive la U.S. Montecorona. Anche la Mendelspeck, la sua ultima squadra, l’ha ricordata con affetto. Il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, ha parlato di una perdita immensa per la comunità.
Sara lascia il papà Lorenzo, la mamma Marianna, i fratelli Gabriele, Christian e Loris. Lascia un esempio di passione e coraggio. Le sue parole, “Noi stiamo sempre attenti”, restano un monito per tutti. Sulla strada, ogni scelta conta. Ogni vita vale.