Sangiuliano, la furia di Giorgia Meloni: pressing per dimissioni

La pressione è sempre più intensa sul ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, coinvolto in uno scandalo che ha messo a dura prova il governo. Secondo fonti vicine a Giorgia Meloni, la presidente del Consiglio sarebbe ormai orientata a chiedere al ministro un passo indietro, considerate le conseguenze politiche e mediatiche della vicenda.

La crisi al ministero della Cultura

L’evolversi dello scandalo ha portato la premier a considerare diverse opzioni, tra cui la sostituzione del ministro. Meloni, preoccupata per il peso crescente delle indiscrezioni, avrebbe già avviato una delicata trattativa con Sangiuliano, suggerendogli di dimettersi volontariamente. Questo consentirebbe di evitare un conflitto pubblico che potrebbe ulteriormente indebolire il governo.

Sangiuliano sotto assedio

Negli ultimi giorni, diversi ambasciatori e consiglieri politici avrebbero raccomandato a Sangiuliano di valutare seriamente la strada delle dimissioni, per prevenire ulteriori danni all’immagine del governo. La decisione finale spetta formalmente al ministro, ma è chiaro che l’orientamento della premier sarà determinante. Se Sangiuliano decidesse di resistere, potrebbero aprirsi scenari politici complessi e potenzialmente pericolosi per la stabilità dell’esecutivo.

Le accuse di Maria Rosaria Boccia

A complicare ulteriormente la situazione è il ruolo di Maria Rosaria Boccia, il cui nome è legato alle indiscrezioni più delicate della vicenda. Alcuni temono che nuove rivelazioni da parte sua possano innescare un vero e proprio effetto domino, rendendo la posizione di Sangiuliano ancor più insostenibile. È evidente che l’assedio mediatico sta rendendo sempre più difficile per il ministro mantenere la guida del dicastero.

Fonti vicine a Palazzo Chigi affermano che un passo indietro da parte di Sangiuliano potrebbe arrivare già nelle prossime ore, a meno che il ministro non scelga di resistere, con conseguenze imprevedibili per il governo Meloni. La vicenda, in ogni caso, sembra destinata a concludersi a breve, con un possibile cambio di guardia al ministero della Cultura.

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