In questi giorni è tornato nuovamente alla ribalta il caso di Chiara Poggi. Dopo 18 anni gli inquirenti a sorpresa hanno riaperto il caso in quanto sotto alle unghie della ragazza pare sia stato trovato anche altro DNA. Si tratta di tracce di DNA appartenenti a Andrea Sempio.
Costui era finito nel registro degli indagati ma nel 2017 era stato scagionato in quanto le prove su di lui sarebbero state inconsistenti. Adesso i pm hanno deciso di riaprire il caso e proprio per questo si vedrà che cosa emergerà dalle analisi delle tracce trovare, i genetisti sperano di avere i risultati entro un mese.
Roberta Bruzzone ha quindi commentato la vicenda. “Sono sicuramente delle tracce interessanti, tant’è vero che non è la prima volta che il nome di Sempio viene fuori in questo caso. Nel 2017 non se ne fece nulla perché si diede retta al genetista che se ne occupò per il processo di appello bis” – ha affermato Bruzzone.
A cambiare le carte in tavola forse sono state le migliorie tecnico-scientifiche in questo campo. Ci troviamo davanti a una questione dirimente. Se veramente quel Dna è il suo, e non mi pare possibile ci sia arrivato in quella sede se non con un evento diretto con la vittima, dovremo chiedere scusa ad Alberto Stasi” – ha affermato l’esperta forense.
Gli esami saranno svolti dai Carabinieri del Ris che mireranno quindi a capire se quelle tracce di DNA appartengano a Sempio. Si tratta di n caso molto delicato che dopo 18 anni potrebbe subire una svolta clamorosa.