RITROVATO IL CORPO SENZA VITA: ERA IN AUTO CON IL MOTORE ACCESO

Notizie come quella di cui vi parleremo ci lasciano sempre un nodo in gola e vorremmo non ce ne fossero mai di simili, proprio perché l’amarezza è davvero enorme. Si tratta del ritrovamento di un corpo senza vita in auto, con il motore acceso. La stampa ha descritto in lungo e in largo le modalità con cui è avvenuta la macabra scoperta e il vissuto dello scomparso.

A volte, come avremo modo di vedere, le coincidenze sono assurde, ossia il ruolo del destino sembra essere cruciale, tanto che ci sembra la trama di un regista di film horror. Penseremmo tutto questo se non avessimo la comprovata certezza che tutto ciò che vi racconteremo è vero, battuto da molte agenzie stampa.

Sono in tanti gli italiani di cui si perdono le tracce, sino al ritrovamento, e non sempre vi è un lieto fine, ma le circostanze, delle volte, ci invitano a riflettere perché pare che su alcune famiglie si abbatta una congiura, come in questo caso.

La polizia si è trovata al cospetto di una scena raggelante, attorno alla quale ha dovuto indagare per ricostruire gli ultimi istanti di vita  di chi non c’è più e lo ha fatto con dovizia di particolari, come avremo modo di vedere, finiti sulle pagine di tanti siti di cronaca nazionali.

Il ritrovamento del corpo senza vita, nell’abitacolo di un’auto, con il motore acceso, è corredato di particolari agghiaccianti. Vediamo insieme quali, in dettaglio

Tutti noi, tempo addietro, abbiamo ricevuto dalla stampa la notizia del ritrovamento di due giovani ragazzi privi di vita. Si trattava del 20enne Vincenzo Nocerino e della sua fidanzata, Vida Shalavalad, rinvenuti in un garage, asfissiati dal gas di scarico dell’auto.

Per un beffardo scherzo del destino, il padre di Vincenzo,  è stato trovato senza vita proprio nello stesso  box auto di via Fosso del Lupo a Secondigliano, in cui a marzo la coppia è stata rivenuta. Al momento  sono i poliziotti ad indagare sull’accaduto, ma  si propende per l’ipotesi del gesto estremo, compiuto dall’uomo.

Per i due fidanzatini si trattò di una fatalità, in quanto il monossido di carbonio, emanato dalla loro auto, tenuta col motore acceso per mantenere in funzione il riscaldamento dell’abitacolo, ha saturato il garage, che aveva la saracinesca abbassata, strappandoli alla dimensione terrena. Nel caso del padre di Vincenzo, invece, si sarebbe trattato di un gesto estremo.

Come la stampa ci comunicò,  il padre di Vincenzo, proprio colui che è deceduto in queste ore, effettuò il ritrovamento del figlio e della fidanzata nel garage, preoccupato per il mancato rientro a casa del figlio e dal fatto che non rispondesse al cellulare.

Nel recarsi in garage, lo stesso in cui si sarebbe tolto la vita, ha notato il motore della Panda rossa ancora acceso, con l’aria davvero satura, piena di gas. A marzo fu lui a dare l’allarme, ma i soccorritori non potettero far altro che accertare l’avvenuto decesso dei due poveri ragazzi. Poche ore fa,  la notizia della scomparsa del signor Nocerino.