Rai in lutto, lacrime in diretta. Il drammatico annuncio: “Amato da tutti i colleghi”
Roma – Il mondo del giornalismo radiotelevisivo italiano è in lutto per la scomparsa di Giuseppe Carrisi, storico conduttore e caposervizio del Giornale Radio Rai, la cui perdita ha lasciato un segno profondo nella redazione del GR3 e tra gli ascoltatori. La notizia è arrivata durante le edizioni dell’11 aprile, annunciata dalla Rai e seguita da un toccante messaggio di cordoglio da parte dell’UsigRai, che ha voluto esprimere la propria vicinanza alla famiglia del professionista, ricordato per la sua rara sensibilità.
Durante le edizioni del GR3, i conduttori visibilmente commossi hanno condiviso il dolore per la perdita del collega, descrivendolo come uno dei volti più noti delle edizioni dell’alba. “Era un professionista appassionato, riservato ma generoso”, hanno dichiarato Danilo Tolardo e Maria Rosaria Villivà, emozionati nel salutare un uomo di grande umanità e rigore. La redazione ha evidenziato quanto fosse profondo il legame tra Carrisi e il suo pubblico, un legame alimentato da una voce di fiducia e competenza.
Giuseppe Carrisi ha avuto una carriera straordinaria, lavorando anche al GR Parlamento, occupandosi dell’editing del GR2 e per anni nella redazione Esteri, dove ha raccontato le realtà più complesse e sfumate del mondo con passione e dedizione. Oltre al suo impegno nel giornalismo, Carrisi è stato anche un documentarista e scrittore di successo, famoso per i suoi reportage in Africa e nei paesi in guerra. La sua opera letteraria, caratterizzata da un forte impegno civile, include titoli come Kidogò, un bambino soldato e Voci dal buio, che affrontano tematiche drammatiche e attuali.
Fra i suoi scritti più noti spiccano Tutto quello che dovresti sapere sull’Africa e che nessuno ti ha mai raccontato, vincitore del Premio Fregene per la saggistica, Gioventù camorrista e La fabbrica delle prostitute. Queste opere testimoniano non solo la sua passione per il giornalismo, ma anche il suo desiderio di portare alla luce le ingiustizie del mondo, lasciando un’eredità culturale e professionale che rimarrà impressa nel cuore di chi ha avuto il privilegio di lavorare con lui e di ascoltarlo ogni giorno.