Prodi ospite di Fazio: “Riarmo dell’Europa necessario, dobbiamo farlo anche senza unanimità come con l’Euro”
Durante la puntata di Che Tempo Che Fa andata in onda domenica 9 marzo sul Nove, l’ex presidente del Consiglio Romano Prodi ha ribadito con forza l’urgenza di una difesa comune europea, sostenendo che l’Unione Europea deve dotarsi di un proprio esercito per evitare di rimanere dipendente dagli Stati Uniti. La sua dichiarazione si inserisce in un contesto internazionale sempre più teso, segnato da conflitti come quello in Ucraina.
Prodi ha affermato: “Sono anni che predico la difesa comune”, evidenziando come il riarmo sia ormai un passaggio inevitabile per garantire la sicurezza del continente europeo. Ha sottolineato che, con l’inizio della guerra in Ucraina, gli europei avrebbero potuto essere più uniti: “Se avessimo avuto un esercito europeo, Putin non avrebbe attaccato. Invece lo ha fatto perché ci credeva divisi. Poi a unirci ci ha pensato l’America.”
L’ex premier ha quindi esortato a un intervento immediato per la creazione di un esercito europeo: “Dobbiamo fare subito l’esercito europeo. Creiamo l’armamento e poi andiamo avanti.” La proposta di Prodi si basa sull’idea che una difesa comune possa rafforzare la posizione dell’Europa sulla scena mondiale e garantire una maggiore autonomia strategica.
Prodi ha anche toccato il tema della decisione all’interno dell’Unione Europea, criticando il principio dell’unanimità che, a suo avviso, limita la democrazia. Ha richiamato l’esempio della nascita dell’euro, che inizialmente fu adottato da 12 paesi e poi si espanse a 19: “L’unanimità è antidemocratica, perché non lascia spazio alle diverse opinioni. Deve decidere la maggioranza. Dobbiamo puntare sulle maggioranze qualificate.”
Questo messaggio è diretto anche a chi si oppone al progetto di un esercito comune, come il premier ungherese Viktor Orbán, a cui Prodi ha riservato una battuta provocatoria: “Orban non vuole l’esercito europeo? Stia fuori.”
Infine, Prodi ha colto l’occasione per criticare l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, paragonando lui e il suo vicepresidente a “Gianni e Pinotto”. Questa affermazione, carica di ironia, riflette le preoccupazioni dell’ex premier per il futuro delle relazioni tra Europa e Stati Uniti, nel caso in cui Trump dovesse tornare alla Casa Bianca.