Prima di Londra, Meloni sente Trump: l’equilibrio sempre più precario

ROMA – La premier Giorgia Meloni ha avuto nella serata di ieri una conversazione telefonica con il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, in vista dell’incontro previsto oggi a Londra con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. A darne notizia è Palazzo Chigi, che sottolinea come il colloquio si sia svolto in un momento di tensione crescente tra Washington e Kiev, dopo lo scontro diplomatico tra Trump e Zelensky alla Casa Bianca. L’ex presidente americano ha accusato il leader ucraino di “giocare con il rischio di una terza guerra mondiale”, bloccando un accordo minerario tra i due paesi. Un segnale chiaro della nuova linea del tycoon, sempre più scettico rispetto al sostegno incondizionato a Kiev.

La strategia di Meloni: equilibrio o ambiguità?

In questo contesto, la posizione della premier italiana appare delicata. Da un lato, Meloni ribadisce l’importanza del fronte occidentale unito, avvertendo che “ogni divisione dell’Occidente ci rende tutti più deboli e favorisce chi vorrebbe vedere il declino della nostra civiltà”. Dall’altro, il suo tentativo di rimanere in equilibrio tra Trump e Zelensky rischia di trasformarsi in una scomoda ambiguità. Il suo appello a un vertice immediato tra Stati Uniti, nazioni europee e alleati dimostra la volontà di mantenere il ruolo dell’Italia al centro della diplomazia internazionale, ma il vero nodo resta il rapporto con Trump. Se il magnate dovesse tornare alla Casa Bianca, la strategia di Meloni dovrebbe adattarsi alle nuove priorità statunitensi, che potrebbero prevedere un ridimensionamento del sostegno a Kiev.

Il dilemma dell’Italia: tra Washington, Kiev e Bruxelles

Se da un lato il governo italiano continua a sostenere ufficialmente l’Ucraina, dall’altro si percepisce una crescente cautela nei confronti di un conflitto che sta mettendo alla prova la tenuta politica ed economica dell’Europa. La premier, inizialmente allineata senza riserve alla posizione atlantista, ora si muove con maggiore circospezione, consapevole del peso che il consenso di Trump potrebbe avere sulla scena politica italiana.

Nel breve termine, il successo di questa strategia dipenderà dalla capacità di Meloni di convincere sia Zelensky che gli alleati europei della necessità di mantenere una linea comune, evitando al contempo di incrinare i rapporti con Trump. Ma nel lungo periodo, la domanda resta: fino a che punto l’Italia potrà restare in bilico senza prendere una posizione netta?