“Perché non canto l’Inno d’Italia sul podio”. Olimpiadi, il caso su Nicolò Martinenghi dopo l’Oro
A fine gara, dopo aver vinto di due centesimi la finale dei 100 rana, Nicolò Martinenghi si è lasciato andare. Perché, si sa, l’oro olimpico tocca nel profondo ogni atleta. Anche il più grande. Anche chi, come Martinenghi, alle vittorie c’è abituato avendo in bacheca medaglie d’oro mondiali e europee. L’emozione del nuotatore è stata visibile durante i primi minuti post vittoria, quando è stato avvicinato dai microfoni dei giornalisti, e sul podio.
Dove ha scelto di non cantare l’inno di Mameli, rinfocolando vecchie polemiche (celebri quelle contro la nazionale di calcio), ma spiegando anche il motivo. Prima però ha voluto ringraziare tutti. “Sarà una delle prime interviste in cui farò scena muta, non ho niente da dire. Sta di fatto che per vincere conta anche cogliere l’attimo ed essere nel posso giusto al momento giusto”.
Olimpiadi, Nicolò Martinenghi spiega perché non canta l’inno
“Il tempo non è assolutamente dei migliori, anzi, come tutta la rana, è un po’ inspiegabile la cosa. Questo è per tutti, davanti alla mia famiglia, la mia ragazza, i miei amici e le persone che mi vogliono bene. Non so cosa dire, è la ciliegina sulla torta che mi mancava – spiega -. Ho vinto europeo e mondiale, l’oro mi mancava dopo aver preso medaglia a Tokyo. Oggi Marco, il mio allenatore, mi ha detto: ‘Se posso sbilanciarmi sei tu oggi quello che in acqua starà meglio’. Durante la gara non nego di aver chiuso anche gli occhi, non pensavo a niente, sapevo di stare bene“.
“Noi viviamo per questi momenti, ci sono tante cose che vorrei dire ma un sorriso riassume meglio le parole che non si possono raccontare. Bello vedere amici, la mia famiglia, la mia ragazza, chiunque qui a supportarmi. Oggi c’era chi ci credeva più di me, il mio allenatore soprattutto, Marco lo ringrazio, abbiamo trascorso tantissime cose insieme, arriviamo alla fine di un anno difficile con un oro olimpico al collo, ed è un’emozione incredibile”.
Poi ha spiegato il motivo per cui non canta l’inno: “non per menefreghismo, ma per scaramanzia. È una cosa che non faccio mai quando vinco. Il podio è quel momento che ho per me stesso. Oggi rispetto a tre anni fa, nonostante il metallo sia più prezioso, il podio me lo sono goduto tutto e ho capito cosa mi stava succedendo attorno, tre anni fa non mi ricordo nemmeno cosa stessi provando”.