“Per fare fuori il marito”. la scoperta choc sulla moglie: la conferma dalle telecamere
Ha tentato di uccidere il marito mischiando disgorgante alla limonata; una prassi che secondo l’accusa la donna, medico dermatologo di 46 anni, ha reiterato nel tempo arrivando ad offrire il cocktail venefico al marito per 3 volte alla settimana. A sostegno delle accuse, i video girati con una telecamera nascosta posizionata dall’uomo nella cucina di casa dopo aver avuto il sospetto che ci fosse qualcosa di strano nelle sue bevande.
Il marito, infatti, spiega come: “Ho iniziato a notare un sapore chimico nella mia limonata. Alla fine ho sviluppato sintomi che mi hanno spinto ad andare dal medico: lui ha eseguito un esame e mi ha diagnosticato due ulcere allo stomaco, gastrite ed esofagite”. È successo in California, nel distretto di Orange Country famoso per essere abitato esclusivamente da coppie dell’upper class. La notizia, che campeggia sui maggiori siti americani, sta facendo discutere parecchio.
California, tenta di uccidere il marito avvelenando la limonata
Lei si chiama Emily Yu ed il suo avvocato Scott Simmons ha raccontato che la sua assistita si dichiarerà non colpevole. Tesi della difesa è che il marito, anche lui medico, ha progettato questi eventi per approfittare di Yu in tribunale per il divorzio. “Invece di chiamare la polizia, ha chiamato un avvocato divorzista”, ha spiegato l’avvocato.
Simmons, ha affermato che gli eventi che circondano questa accusa si svolgono nel contesto di un matrimonio travagliato e di un caso di divorzio ad alto rischio tra due medici. Diversa la versione del marito che racconta come, dopo aver notato uno strano sapore nella sua bevanda, ha installato delle telecamere in cucina per vedere se poteva catturare qualche prova del perché la sua bevanda avesse un sapore strano.
Secondo i documenti del tribunale, Chen ha video di tre diverse occasioni in cui Yu “versa Draino (il disgorgante)]preso da sotto il nostro lavello della cucina e lo versa nella mia limonata”. L’uomo ha poi raccolto alcuni campioni della bibita e li ha consegnati all’Fbi per farli analizzare: i test hanno confermato la presenza del prodotto corrosivo. Ora l’ultima parola spetta al giudice.