Pensioni, l’ultima idea del governo: da quota 100 a quota 103
Non solo la “mancia” della rivalutazione delle pensioni tra i 1.500 e i 2.000 euro.
Tra le proposte vagliate in queste ore dal governo per chiudere la questione manovra di bilancio spunta “quota 103”. L’idea, lanciata dal consigliere economico di Palazzo Chigi ed esperto di previdenza sociale Alberto Brambilla, consiste nel consentire il pensionamento, magari già a partire dal 2021, a chi ha 64 anni avendone maturati 39 di contributi. Un modo, spiega Brambilla al Corriere della Sera, per lenire gli effetti dell’abrogazione di quota 100, che al momento risulta finanziata ancora per due anni nonostante il pressing di Italia Viva per toglierla immediatamente. “Quota 100 – spiega Brambilla – scade il 31 dicembre 2021. Se nel frattempo non si prendono provvedimenti, dal primo gennaio 2022 non si potrà più andare in pensione a 62 anni d’età, avendo 38 anni di contributi, ma bisognerà aspettare fino a 67 anni e due mesi”.
Uno scalone superiore ai cinque anni. Ecco perché, per il consigliere economico del governo, “occorre pensarci per tempo”. Come? Predisponendo “un canale anticipato di uscita dal lavoro strutturale”, consentendo così di lasciare il lavoro a 64 anni avendone almeno 39 di contributi. “Oppure – spiega – se si sono raggiunti 42 anni e mezzo di contributi (un anno in meno per le donne) indipendentemente dall’età”. Una proposta, quella dell’esperto di previdenza sociale, che potrebbe essere introdotta già dal 2021. “E a quel punto – prosegue Brambilla – quota 100 potrebbe cessare con un anno di anticipo”. Infatti, quota 103 avrebbe un costo inferiore a quota 100, dal momento che “trattandosi di pensioni prevalentemente contributive, si restituirebbe quanto versato”.
Quella del consulente di Palazzo Chigi è una proposta di compromesso per far uscire il governo dall’empasse degli ultimi giorni, con il Movimento 5 Stelle e Italia Viva fermi nelle loro posizioni. Per Luigi Di Maio quota 100 “non si tocca”, per Matteo Renzi “va abolita”.