Papa Francesco, interviene Vannacci sui cinque giorni di lutto nazionale

Le parole dell’europarlamentare leghista Roberto Vannacci sulla scomparsa del Pontefice

La morte di Papa Francesco ha suscitato reazioni e riflessioni profonde in tutto il mondo, ma in Italia – Paese in cui la presenza della Chiesa è storicamente e culturalmente radicata – l’evento ha portato a una decisione che ha fatto discutere: cinque giorni di lutto nazionale. Tra le voci che hanno commentato questa scelta c’è quella di Roberto Vannacci, europarlamentare della Lega e generale, intervistato da Affaritaliani.it.

In un contesto di grande commozione e riflessione nazionale, l’europarlamentare leghista Roberto Vannacci ha espresso il suo punto di vista sulla recente scomparsa di Papa Francesco, sottolineando l’importanza di riconoscere ufficialmente l’evento con un lutto nazionale di cinque giorni. Le sue parole evidenziano come, secondo lui, la morte di un Pontefice rappresenti un evento di portata eccezionale, che richiede risposte altrettanto straordinarie da parte delle istituzioni.

Un evento di portata storica e simbolica

Vannacci ha affermato che si usa dire “una volta ogni morte di Papa” proprio perché si tratta di eventi rarissimi e di enorme significato. La morte di un Papa, ha spiegato, non è solo un lutto religioso, ma un momento che coinvolge anche la sfera istituzionale e geopolitica. “Il Papa non è semplicemente il leader spirituale della cristianità – ha detto – ma anche un capo di Stato e una figura simbolica riconosciuta a livello mondiale. La Chiesa cattolica, con oltre 2,3 miliardi di fedeli, esercita un’influenza che va oltre il piano religioso, toccando valori universali e grandi questioni dell’umanità.”

Per Vannacci, quindi, la scomparsa di Papa Francesco rappresenta un evento che trascende i confini del Vaticano, coinvolgendo l’intera comunità globale e richiedendo un riconoscimento ufficiale da parte dello Stato italiano.

Laicità e rispetto per le radici culturali

Rispondendo alla domanda sulla sospensione delle manifestazioni pubbliche, come le partite di calcio, in segno di lutto, Vannacci ha sottolineato che essere uno Stato laico non significa essere insensibili alla storia e alle radici culturali di un Paese. “L’Italia ha una lunga storia di presenza cristiana, che ha inciso profondamente sul patrimonio artistico, morale e istituzionale,” ha detto. “È naturale che un evento così significativo venga riconosciuto e onorato anche a livello laico.”

Il politico ha inoltre precisato che le decisioni protocollari sono prese secondo criteri istituzionali e non sono influenzate da simpatie personali o reazioni impulsive. La morte di Papa Francesco, avvenuta in un anno giubilare, è stata quindi riconosciuta con un lutto nazionale di cinque giorni, in linea con le consuetudini e il rispetto per un evento di tale portata.

Critiche e polarizzazione

Non sono mancate, tuttavia, le polemiche. Alcuni settori dell’opinione pubblica hanno criticato la sospensione delle manifestazioni sportive e la proclamazione del lutto come una forma di eccessiva commistione tra Stato e Chiesa. Vannacci ha risposto con sarcasmo, paragonando la discussione pubblica a una bistecca al sangue: “In questo Paese si discute sempre su tutto. Chi voleva la carne ben cotta e chi al sangue. Oggi, chi aspettava di mangiare una bistecca al sangue, dovrà ingoiare un boccone amaro.”

Con questa metafora, l’eurodeputato ha evidenziato il clima di polarizzazione che spesso caratterizza il dibattito pubblico italiano, sottolineando come, in momenti di grande rilevanza, sia importante riflettere sulla portata degli eventi piuttosto che alimentare scontri ideologici.

L’anno giubilare e il valore simbolico della perdita

Un elemento che, secondo Vannacci, giustifica ulteriormente il lutto nazionale è il contesto dell’anno giubilare, un evento straordinario per la Chiesa cattolica che si verifica in occasioni eccezionali e richiama milioni di pellegrini a Roma. La morte di Papa Francesco proprio in questo anno amplifica il valore simbolico della sua scomparsa.

“L’impatto di un evento del genere – ha dichiarato – va oltre i confini nazionali. È un lutto che coinvolge una comunità globale. Riconoscerlo ufficialmente attraverso i canali istituzionali non è solo un atto dovuto, ma anche una forma di rispetto verso milioni di cittadini italiani e di fedeli nel mondo che si sentono toccati da questa perdita.”

Conclusione

Le parole di Roberto Vannacci riflettono una visione che riconosce l’importanza storica, culturale e simbolica della figura del Papa, sottolineando come, in momenti di grande significato, le istituzioni debbano agire con rispetto e consapevolezza. La sua posizione invita a riflettere sul ruolo dello Stato laico nel riconoscere eventi che, pur avendo un’origine religiosa, assumono un rilievo universale e planetario, soprattutto in un anno così speciale come quello giubilare.

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