Il virologo Matteo Bassetti ha analizzato le terapie seguite da Papa Francesco per la sua polmonite bilaterale, diagnosticata il 18 febbraio dopo una radiografia seguita da una TAC. Lo pneumologo Claudio Micheletto sottolinea che le polmoniti sono una causa frequente di ospedalizzazione, con circa 100.000 ricoveri annuali in Italia.
Sebbene la maggior parte abbia un esito positivo, rimane una causa di letalità, soprattutto nei pazienti anziani, a causa del declino del sistema immunitario. Fattori di rischio includono età avanzata, patologie concomitanti come malattie respiratorie e cardiache, e immunodepressione dovuta a malattie ematologiche o terapie immunosoppressive.
Papa Francesco, avendo subito in gioventù l’asportazione di parte di un polmone e soffrendo di bronchiettasie, è più esposto alle infezioni respiratorie e al rischio di sviluppare germi resistenti agli antibiotici. Per la prevenzione, si raccomandano due vaccinazioni ai pazienti fragili: l’antinfluenzale, per prevenire complicanze legate all’influenza, e l’antipneumococcica, per proteggere dal batterio più comune responsabile di polmoniti e bronchiti.
Le linee guida mondiali suggeriscono anche il vaccino contro il virus respiratorio sinciziale, già approvato dall’EMA ma non ancora diffuso uniformemente in Italia. I principali sintomi della polmonite sono febbre persistente, tosse produttiva con catarro e, nei casi più gravi, difficoltà respiratoria. Il dolore toracico è raro e si verifica solo se l’infezione coinvolge la pleura.
La rapidità della diagnosi e del trattamento è essenziale, ma la carenza di medici può ritardare l’intervento. È importante non sottovalutare sintomi come febbre e tosse prolungata, e seguire correttamente le terapie antibiotiche prescritte senza interromperle prematuramente. Per i pazienti con bronchiettasie si consiglia anche la fisioterapia respiratoria per facilitare il drenaggio delle secrezioni.