Paolo Bonolis torna a parlare di Sanremo: lo farebbe solo in un caso
“Lo faccio solo se…”, Paolo Bonolis torna a parlare di Sanremo e spiazza tutti – Paolo Bonolis si gode il meritato relax dopo un anno professionale assai ricco. In un’intervista a “Tv Sorrisi e Canzoni”, il conduttore romano ha descritto le sue vacanze estive e i prossimi impegni lavorativi: «Col lavoro ricomincio a settembre, quando con Luca Laurenti tornerò in studio per registrare la nuova stagione di “Avanti un altro!”. Adesso invece passerò tempo con i figli e i nipotini». Tra una battuta e l’altra, Paolo Bonolis è tornato a parlare anche del festival di Sanremo. (continua a leggere dopo le foto)
Paolo Bonolis torna a parlare di Sanremo: lo farebbe solo in un caso
E come trascorrerà le vacanze Bonolis? Cosa farà con i suoi nipotini? «I nipotini sono americani e non capiscono neanche la lingua… Passati i primi giorni di stupore, si divertono con questo nonno che prova a insegnare loro l’italiano. Con mia figlia Adele leggiamo libri e guardiamo film: abbiamo appena visto “Inside out 2”, che spacciano per roba da bambini ma per me è da grandi. Con i maschi faccio sport: padel, tennis e calcio, ma con moderazione. Perché alla mia età un contrasto duro può trasformarsi in sbriciolamento del ginocchio». In che ruolo gioca? «Terzino come il mio idolo, Andrea Cambiaso». Andranno tutti a trovarlo? «Tutti tranne mia figlia Martina, che è incinta e sta per partorire. Da lei andrò io, negli Stati Uniti». (continua a leggere dopo le foto)
Paolo Bonolis racconta la sua idea di vacanza, poi interviene sul festival di Sanremo
Paolo Bonolis ha raccontato a “Tv Sorrisi e Canzoni” del suo viaggio più bello: «Ho fatto tanti viaggi: il Perù, l’Asia sudorientale, l’Africa… E le Galapagos, dove ho fatto delle immersioni meravigliose». La sua estate da bimbo? «Anche allora viaggiavo parecchio, perché i miei genitori risparmiavano tutto l’anno con due obiettivi: pagare la retta della scuola assai costosa che frequentavo e regalarmi un viaggio. Poi mi mandavano a Lucinasco, vicino a Como, da zia Adele, che aveva creato una casa-famiglia per ex prostitute che volevano costruirsi una nuova vita con i loro bambini. Lì si faceva vita di comunità», ha raccontato il conduttore. Poi ha aggiunto: «Nella vita ci capitano delle cose, vallo a capire se e come ci trasformano. Io lo chiamo il “cocktail esperienziale”».
Paolo Bonolis è passato poi a parlare del fronte professionale. Su “Ciao Darwin” il conduttore ha dichiarato: «Sì, a settembre tornerò a divertirmi (e, spero, divertirvi) registrando “Avanti un altro!”. Invece “Ciao Darwin” non lo farò più: troppi paletti, troppo camminare sulle uova, troppo “si offendono tutti”. È cambiata la mentalità». Poi la battuta mordace sul festival della canzone italiana che sarà condotto da Carlo Conti: «Sanremo lo faccio se posso dargli una forma mia. Com’era successo nel 2005 e nel 2009. Le gare di canzoni e basta non mi interessano». In passato, in tempi recenti, Bonolis aveva già espresso il suo pensiero sul festival di Sanremo: «I grandi ospiti non ci sono più perché credo che costino troppo. Visto che non c’è controprogrammazione, è sufficiente fare delle lunghe puntate di Domenica In con una gara canora in mezzo. Può anche darsi che sia questo il ragionamento, che è economicamente più che legittimo». (continua a leggere dopo le foto)
I commenti su Amadeus e la nascita della serata delle cover
Il presentatore qualche tempo fa ha parlato delle ultime edizioni, condotte da Amadeus: «C’era una fotografia bellissima, una scenografia meravigliosa. Ci sono delle cose fatte bene ma secondo me anche il contenuto dovrebbe essere un po’ più sostanzioso». Anche in quell’occasione descrisse la sua idea di festival: «Nel 2005 abbiamo veramente cambiato il festival rispetto a quello che era prima, mi è stata data la possibilità di poterlo cambiare. Dopo tantissimi anni l’orchestra venne portata nel golfo mistico che secondo me a livello di immagine è la cosa migliore che si possa offrire. Mi permisi nel 2005 di parlare con i cantanti che avrebbero partecipato alla manifestazione e dire loro ‘perché una sera, voi che siete maestri dell’arte del canto e della composizione musicale, non vi divertite a fare una fantasia su quello che vi appartiene?’». Insomma, l’idea delle cover sarebbe nata così.