Otto e Mezzo, Cacciari smonta Gruber: “Ma lo avete letto? Non raccontiamo balle!”

Il recente dibattito sull’interpretazione del Manifesto di Ventotene, evocato dalla premier italiana Giorgia Meloni durante una seduta parlamentare, ha suscitato ampie polemiche in tutto il paese. Questa discussione è stata ripresa nel talk show “Otto e Mezzo” di La7, condotto da Lilli Gruber, dove il filosofo e ex sindaco di Venezia Massimo Cacciari ha espresso una lettura critica della posizione di Meloni sul documento storico.

Il Manifesto di Ventotene: Un Documento Fondamentale per l’Europa

Il Manifesto di Ventotene, redatto nel 1941 da Altiero Spinelli e Ernesto Rossi, è considerato uno dei testi fondamentali per l’idea di un’Europa unita e federalista. Il documento promuoveva la creazione di un’Unione europea basata sulla solidarietà tra gli Stati e sull’abolizione del nazionalismo, visto come un ostacolo alla pace e alla prosperità. Nel corso degli anni, il Manifesto è stato simbolo per i movimenti europeisti, ma è anche stato criticato da chi lo ritiene eccessivamente idealista.

Durante il suo intervento in Parlamento, Meloni ha fatto riferimento al Manifesto, cercando di legittimare la propria posizione in Europa e di difendere l’idea di cooperazione tra i Paesi membri dell’Unione. Tuttavia, Cacciari ha subito contestato questa interpretazione, affermando che non fosse coerente con le posizioni politiche del premier.

Cacciari: “Il Manifesto non c’entra nulla con Meloni”

Cacciari ha iniziato il suo intervento su “Otto e Mezzo” con toni decisi, affermando che il richiamo di Meloni al Manifesto di Ventotene fosse fuori luogo. Secondo il filosofo, il documento è in netto contrasto con le idee politiche di Meloni e della sua coalizione, che enfatizzano il nazionalismo e la sovranità degli Stati membri. “È evidente che il Manifesto di Ventotene non ha nulla a che fare con Meloni”, ha dichiarato, sottolineando le profonde divergenze ideologiche tra le posizioni del Manifesto e quelle della politica del premier.

Cacciari ha messo in luce come il Manifesto condanni l’idolatria dello Stato-nazione, un concetto centrale nelle idee nazionaliste sostenute da Meloni. “Come può un documento che parla della fine del nazionalismo e della creazione di un’Europa unita essere compatibile con la posizione di chi, come Meloni, esalta la sovranità nazionale?” ha chiesto il filosofo.

La Risposta di Cacciari alla Domanda di Gruber

Lilli Gruber, sorpresa dalle affermazioni di Cacciari, ha cercato di spostare il focus della discussione chiedendo al filosofo come avrebbe dovuto reagire l’opposizione alle dichiarazioni di Meloni. Cacciari ha risposto che l’opposizione avrebbe dovuto mettere in luce l’incoerenza della premier: “Meloni, cosa ci racconti? Sappiamo benissimo che non sei d’accordo con Spinelli”, ha affermato, suggerendo che le politiche europee attuali siano distanti dalle idee originarie di Spinelli.

Inoltre, Cacciari ha sottolineato un altro punto cruciale del Manifesto: la questione della proprietà privata. Ha ricordato come Spinelli sostenesse che la proprietà privata dovesse essere limitata e corretta, un’idea che contrasta con le posizioni economiche della Meloni e dei suoi alleati.

Un Federalismo Incompatibile con il Nazionalismo

Cacciari ha proseguito criticando chi tenta di accostare le idee di Spinelli con quelle di esponenti politici moderni, in particolare della destra italiana. “Cosa credete? Che Spinelli fosse d’accordo con i comunisti e i socialisti?”, ha chiesto, evidenziando come Spinelli differenziasse il suo federalismo da quello comunista, dichiarando che questi ultimi erano ancora schiavi dello Stato-nazione.

Per Cacciari, le affermazioni di Meloni sul Manifesto di Ventotene sono un tentativo di creare una “narrativa politica” che non rispecchia le vere intenzioni del documento. “È evidente che Giorgia Meloni non è d’accordo con il Manifesto di Ventotene”, ha ribadito.

Una Strategia di Legittimazione Europea?

Infine, alla domanda sul perché Meloni avesse richiamato il Manifesto di Ventotene in un momento così delicato, Cacciari ha risposto che potrebbe essere visto come un tentativo di legittimare la propria posizione politica in Europa. “Ma perché gli altri se la prendono con lei?”, ha chiesto, evidenziando la complessità della situazione in cui la premier cerca di bilanciare le richieste di maggiore sovranità nazionale con la necessità di mantenere buoni rapporti con le istituzioni europee.

In conclusione, il dibattito sul Manifesto di Ventotene e la sua attualità è emblematico delle sfide politiche che l’Europa affronta, e le parole di Cacciari hanno messo in luce le contraddizioni tra le aspirazioni europeiste e le attuali posizioni nazionaliste, invitando a una riflessione profonda sulle direzioni future della politica europea.

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