Open Arms, chiesti 6 anni di carcere per Matteo Salvini

Al processo Open Arms in corso presso l’Aula Bunker del carcere di Pagliarelli, i pm hanno chiesto sei anni di carcere per l’ex ministro dell’Interno, Matteo Salvini. L’accusa, espressa in maniera decisa dal sostituto procuratore Geri Ferrara, riguarda la vicenda del blocco della nave Open Arms, che nel 2019 rimase per oltre due settimane in attesa di un porto sicuro per far sbarcare 147 migranti, tra cui 32 minori.

Ferrara ha sottolineato che la gestione della vicenda rappresentò un vero e proprio “iter criminoso”. Secondo l’accusa, Salvini avrebbe ostacolato il processo di concessione del Pos (place of safety), il porto sicuro, sollevando la questione del rischio di infiltrazioni terroristiche. Una giustificazione che, secondo i pm, non trova fondamento, soprattutto alla luce del fatto che nessuna autorità competente aveva rilevato sospetti di questo tipo

Il contesto del processo

In aula, sotto una pioggia battente, erano presenti rappresentanti della Ong Open Arms, tra cui il fondatore Oscar Camps, magistrati, avvocati e giornalisti. L’assenza di Salvini è stata compensata dalla sua difesa affidata all’avvocato Giulia Bongiorno. L’ex ministro ha preferito commentare la vicenda a distanza, ribadendo sui social: «Difendere i confini non è reato».

Tuttavia, la requisitoria della pubblica accusa ha demolito questa linea difensiva. La pm Marzia Sabella ha esordito affermando che non si tratta di un processo politico, bensì di una valutazione sulla violazione dei diritti umani e delle norme nazionali e internazionali. La concessione del porto sicuro non può essere soggetta a discrezionalità politica, specie quando in gioco vi sono la salute e la libertà personale.

I diritti dei minori al centro del dibattito

Un punto cruciale della requisitoria riguarda la presenza di minori a bordo della Open Arms. Ferrara ha ricordato che, secondo la Convenzione sui diritti del fanciullo e altre normative, i minori non accompagnati non possono essere respinti alla frontiera. Nonostante le richieste provenienti dalla Procura dei minori, dal tribunale dei minori e dallo stesso premier Conte all’epoca, Salvini avrebbe ritardato il via libera allo sbarco dei minori, rispondendo solo alla seconda sollecitazione del presidente del Consiglio.

Le possibili conseguenze legali

Il processo potrebbe concludersi con una condanna per sequestro di persona e abuso d’ufficio, con una pena che potrebbe arrivare fino a 15 anni di reclusione. Tuttavia, i pm hanno chiesto una condanna a sei anni, contestando la legittimità della decisione politica presa nel 2019.

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