Omicidio Thomas Luciani, dall’autopsia emerge una violenta “voglia di provocare sofferenza e uccidere”
Domenica scorsa, Pescara è stata teatro di un crimine atroce: la morte di Christopher Thomas Luciani, un diciassettenne brutalmente ucciso nel parco “Baden Powell”. L’autopsia, condotta dal medico legale Christian D’Ovidio con la partecipazione di Ildo Polidoro, perito della famiglia, ha rivelato che le ferite subite dalla vittima hanno coinvolto entrambi i polmoni, provocando uno shock emorragico irreversibile.
Dettagli dell’Autopsia
L’autopsia ha confermato che Luciani è stato colpito 25 volte. Le ferite multiple e profonde hanno causato una morte rapida, evidenziando la violenza dell’attacco. L’esame, descritto come lungo e complesso, è durato sei ore, fornendo un quadro chiaro della brutalità subita dal giovane
Il provvedimento del gip del Tribunale dei Minori dell’Aquila ha messo in luce il motivo dell’omicidio: un debito di 250 euro legato allo spaccio di droga. Gli autori del crimine, due sedicenni, sono stati fermati e il loro arresto è stato convalidato. Il giudice ha sottolineato che l’intento principale era quello di causare sofferenza e morte, un’impulso lesivo che ha portato a un delitto per futili motivi. In particolare il modus operandi fa “risaltare come causa determinante dell’azione sia l’impulso lesivo, quello di provocare sofferenza e uccidere un essere umano”.
La Reazione della Comunità
La comunità di Pescara è in stato di shock. Cittadini si recano continuamente al parco per lasciare fiori e messaggi in memoria di Christopher. All’ingresso del parco è stato affisso uno striscione con la scritta “Crox vive” e nel tardo pomeriggio è stata organizzata una veglia di preghiera dalla Comunità di Sant’Egidio
Il neurologo Rosario Sorrentino ha collegato l’episodio agli effetti del lockdown e dell’abuso dei social media, che hanno accentuato forme di disagio mentale tra i giovani.