Omicidio Cecchettin, al via il processo. La richiesta richiesta di risarcimento: “Un milione di euro, è la cifra giusta”
Si aperto oggi a Venezia il processo a Filippo Turetta, accusato dell’omicidio di Giulia Cecchettin. Gli stessi giudici lo hanno definito “di interesse sociale particolarmente rilevante” e, a causa della ristretta capienza dell’aula, l’ingresso per media e cittadini sarà limitato a 40 persone, la metà giornalisti, e verranno ammesse solo le telecamere della Rai. L’imputato ha deciso di non essere presente in aula davanti alla corte d’Assise di Venezia, presieduta dal giudice Stefano Manduzio. Resterà nella sua cella, nel carcere veronese di Montorio.
“Un milione di euro è quanto abbiamo stimato possa essere un rimborso che Filippo Turetta dovrà alla famiglia di Giulia”. Lo ha detto l’avvocato Nicodemo Gentile che tutela la parte civile Elena Cecchettin, sorella di Giulia. “La stima – ha precisato – si basa sulle tabelle della Giustizia”.
Le ultime dichiarazioni di Filippo Turetta
Secondo quanto trapela, stamattina l’imputato avrebbe pronunciato questa frase: “Il mio pensiero va alla mia famiglia, a mio fratello e ai miei genitori, che vengono continuamente fermati dai giornalisti. Farò in modo di partecipare al processo solo quando è necessario, spero che finisca presto”.
L’omicidio e la confessione
Il delitto risale all’11 novembre 2023, quando Turetta, dopo un’accesa discussione con Giulia, la colpisce con 75 coltellate. La ragazza, studentessa di ingegneria biomedica, sognava di affinare la sua passione per i fumetti, ma la sua vita viene spezzata tragicamente. Il suo corpo viene ritrovato sei giorni dopo in una scarpata nei pressi del lago di Barcis, nascosto sotto alcuni sacchi. Turetta viene arrestato mentre tenta di fuggire in Germania e confessa il crimine, fornendo dettagli inquietanti su come è avvenuta l’aggressione.
Le conseguenze per Filippo Turetta
La difesa ha scelto di mantenere un profilo basso, evitando una richiesta di perizia psichiatrica e puntando a un processo rapido che possa arrivare a sentenza già prima di Natale. Gli avvocati di Turetta, Giovanni Caruso e Monica Cornaviera, affermano che l’accelerazione del processo è motivata dal “percorso di maturazione personale” dell’imputato. La difesa di FilippoTuretta ha inoltre convocato in aula un solo testimone, un medico legale. Le sue dichiarazioni potrebbero servire per provare a mettere in discussione le aggravanti della premeditazione o della crudeltà. Trenta i testimoni che vuole invece ascoltare il pm Andrea Petroni, titolare dell’inchiesta.
Se riconosciuto colpevole, Filippo Turetta rischia una pena severa, con l’accusa di omicidio volontario aggravato da premeditazione, crudeltà, e stalking, che potrebbe portare all’ergastolo. La mancanza di elementi per escludere la premeditazione rappresenta un ostacolo significativo per la sua difesa. Inoltre, l’aggravante del legame affettivo con la vittima e la pianificazione del delitto, evidenziata dal possesso di armi e materiali per occultare il corpo, potrebbero rendere difficoltosa qualsiasi possibilità di una pena ridotta. La decisione finale del tribunale non solo determinerà il destino di Turetta, ma avrà anche un impatto sulla percezione pubblica della giustizia in casi di violenza di genere.
Il ruolo della famiglia di Cecchettin
Le parti civili saranno il padre Gino e la sorella Elena, entrambi attivi nel promuovere una cultura che combatta la violenza di genere. Gino ha avviato un percorso in memoria della figlia, mentre Elena, che studia biotecnologia negli Stati Uniti, ha portato il dibattito sul patriarcato al centro dell’attenzione pubblica.
Questo processo rappresenta non solo una ricerca di giustizia per Giulia, ma anche un’opportunità per riflettere su un problema sociale di vasta portata. La morte di Giulia ha riacceso il dibattito sulla violenza di genere, sollevando domande su come la società può affrontare il femminicidio e le sue cause profonde. Domani, l’aula di Corte d’Assise di Venezia si preannuncia come il palcoscenico di una battaglia legale e sociale che coinvolge tutta l’Italia.