Nuoro, perché lo ha fatto: salgono a 5 le persone che hanno perso la vita

Un bilancio pesantissimo, quello della strage familiare di Nuoro, consumatasi ieri, per mano di Roberto Gleboni. L’uomo, 52 anni, operaio forestale e sindacalista della Cisl, ha sterminato la sua famiglia, colpendo prima la moglie, poi la figlia 26enne, poi il figlioletto di 10 anni,  di cui è stata dichiarata la morte celebrale.

Non è riuscito a centrare il figlio 14enne, sopravvissuto,  ha colpito il vicino di casa, che è deceduto, mentre  la madre 84enne, che ha raggiunto nella sua casa, è sopravvissuta. Infine  Roberto ha compiuto il gesto estremo. Una strage familiare , l’ennesima della nostra penisola, che ci invita ad una doverosa riflessione.

Per gli inquirenti queste sono ore concitate, in quanto occorrerà fare chiarezza sul movente della mattanza, partendo proprio dalle testimonianze di chi conosceva l’uomo e da quelle del figlio sopravvissuto.

Tutto ciò sarà utile a ricostruire   cosa si è consumato ieri nell’abitazione di via Ichnusa, divenuta scenario dell’ennesima strage, che ha provocato 5 decessi,  gli ultimi due  avvenuti nelle ore precedenti, a causa delle gravi ferite dovute al colpo inferto.

Ma perché Roberto Gleboni ha tolto la vita ai suoi familiari e al vicino di casa, per poi porre fine alla sua esistenza?

Roberto Gleboni, 52 anni,  ha tolto la vita alla moglie, alla figlia maggiore, al vicino di casa e al figlio di 10 anni  (gli ultimi due spirati nelle scorse ore), per poi compiere il gesto estremo.  Una strage familiare, questa di Nuoro, che ha scosso profondamente l’Italia, la quale, solo pochi giorni fa, ha già assistito, impotente, alla mattanza compiuta da Riccardo Chiaroni,  17enne che ha sterminato padre, madre e fratellino.

I sopravvissuti  della strage di Nuoro sono il  figlio 14enne e la madre 84enne di Gleboni,  Maria Esterina Riccardi.  Ovviamente le indagini proseguono a ritmo serrato , in quanto preme capire il movente che ha portato quest’uomo, apparentemente tranquillo e altruista, a commettere questa tremenda strage.

Il procuratore generale di Cagliari, Luigi Patronaggio, ha dichiarato: “In casi come questo, senza un apparente perché, lo sforzo investigativo è un dovere morale prima che giuridico”.

In queste ore, vengono valutate tutte le possibili motivazioni che possono aver portato l’uomo a sterminare la sua famiglia, per poi togliersi la vita. Forse potrebbe aver influito il rapporto litigioso con la moglie, da cui si stava separando. Le testimonianze ascoltate finore, parlando di rapporti complicati tra moglie e marito. Maria Giuseppina era ancora minorenne quando ha partorito la prima figlia e questo aveva alimentato tensioni con la famiglia della donna, soprattutto col suocero.

Eppure Gleboni lo ha risparmiato, non gli ha strappato la vita.  I vicini di casa hanno finora descritto Roberto come una persona tranquilla e disponibile ma questo cozza con quello che altri dicono di lui, descrivendolo come autoritario e aggressivo. Una vicina di casa ha detto: “Spesso urlava. A volte sembrava prepotente e quasi esaltato. Era possessivo e aveva una mania di controllo smodata, soprattutto su moglie e figli”. Non risultano comunque denunce nei confronti dell’uomo per comportamenti violenti verso la famiglia, ossia era incensurato.