La vicenda ha scosso non solo la famiglia Cavoto ma anche l’opinione pubblica, che segue con apprensione gli sviluppi. Le autorità hanno sottolineato la necessità di aumentare le misure di sicurezza nelle strutture ospedaliere per evitare che episodi simili possano ripetersi. Intanto, Sofia è tornata tra le braccia dei suoi genitori, che ora cercano di lasciarsi alle spalle questa tremenda esperienza, grati per il tempestivo intervento che ha garantito il lieto fine.
Il padre della neonata, Federico Cavoto, ha descritto le emozioni vissute durante quelle “tre ore più brutte” della sua vita. Grazie all’intervento tempestivo della Squadra Mobile di Cosenza, Sofia è stata ritrovata sana e salva, e ieri Federico ha potuto riabbracciarla, portandola dall’ospedale Annunziata alla madre, ancora ricoverata in clinica.
La famiglia, scossa dall’accaduto, si prepara ora a celebrare il ritorno della bambina con una festa speciale. Rosa Vespa e Aqua Moses, avevano simulato una gravidanza e progettato il sequestro con cura. La 51enne si è presentata nella stanza della famiglia fingendosi una puericultrice. A questo punto, il racconto del papà di Sofia è da brividi.
“Quando la donna è entrata nella stanza eravamo tutti insieme: io, mia moglie, mia suocera e mio figlio Alessandro di 4 anni. È stata soprattutto mia suocera ad avere il sospetto perché non l’avevamo mai vista. Si è presentata dicendo che era una puericultrice che doveva pulire la bambina. Noi abbiamo detto che era stata cambiata e ci ha chiesto se fossero passate più di tre ore. Alla nostra risposta affermativa, ci ha detto: “allora ve la cambio”, ha raccontato Federico Caputo, ancora visibilmente scosso.
Federico ha lodato l’efficienza delle forze dell’ordine, che sono riuscite a rintracciare i rapitori in poche ore analizzando i filmati delle telecamere di sorveglianza. Il padre ha ricordato il momento in cui la polizia ha annunciato il ritrovamento della bambina, descrivendolo come “la telefonata più bella di sempre.” Nonostante la rapidità dell’operazione, la famiglia sottolinea il trauma subito e le gravi carenze nei sistemi di sorveglianza della clinica.