Nathalie Moellhausen, alle Olimpiadi con un tumore, contro Angela Carini: “Io mi sarei fatta prendere a pugni fino alla fine”

Nathalie Moellhausen, schermitrice italo-brasiliana di 38 anni, ha affrontato numerose sfide durante la sua carriera, ma nessuna così difficile come quella vissuta alle Olimpiadi di Parigi. Nonostante un tumore fibroso solitario all’osso sacro, una condizione rarissima, Moellhausen ha gareggiato con coraggio, solo per essere fermata da un malore durante il match contro Ruien Xiao. In un’intervista a Repubblica, Moellhausen ha espresso la sua opinione sulla ritirata della pugile Angela Carini, che si è ritirata dall’incontro contro Imane Khelif dopo aver subito un pugno. Moellhausen ha dichiarato che, al contrario di Carini, non si sarebbe mai ritirata: “Quello che so è che io mi sarei fatta prendere a pugni fino alla fine”.

Moellhausen, con quattro Olimpiadi alle spalle, ha affrontato al primo turno la canadese Ruien Xiao, di soli 16 anni. Ha perso l’incontro 15-11, ma ha spiegato che nessuno sapeva del suo grave problema di salute: “Io la maschera l’avevo non solo sul viso, ma anche sul mio male. Nessuno sapeva e quindi vista dall’esterno sono stata battuta, presa a schiaffi, altro che regina di Spade, da una ragazzina”. Nonostante la pressione bassissima e le difficoltà fisiche, Moellhausen ha scelto di combattere fino alla fine, mostrando un grande esempio di resilienza: “Lo sport è questo, non garanzia di successo scontato altrimenti l’Italia della scherma avrebbe vinto tutto. Ci ho creduto dal primo all’ultimo assalto. Prima di crollare”.

Insomma, il messaggio di Moellhausen è chiaro: lo sport richiede impegno, determinazione e la volontà di combattere fino alla fine, indipendentemente dalle circostanze. La sua esperienza alle Olimpiadi di Parigi, segnata da una sfida personale contro una malattia rara e debilitante, è un potente promemoria del vero spirito sportivo.

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