Monti ci ha venduti all’Europa e resi schiavi: confessione del prof esperto.
L’Italia continua a lottare in Europa per ottenere libertà e parità.
Ma chi ci ha ridotti schiavi di Bruxelles? La risposta è semplice: i nostri governi precedenti con le loro scelte.
A svelare i dettagli della suddetta condizione è il professore emerito di Diritto costituzionale a Napoli Massimo Villone. A Il fatto quotidiano ha spiegato come il nostro Parlamento ha perso ogni effettività:
“cioè la capacità di incidere. In Europa non c’è una comunità politica unitaria, e quindi il conflitto di interessi tra gli Stati è sempre dietro l’angolo”.
Poi l’esperto ha proseguito così: “La politica dell’austerità senza se e senza ma rientra in questo quadro. Se in un Paese lo spread sale, altri Paesi ne guadagnano. È in questo contesto che le scelte di un Parlamento formalmente sovrano possono trovare limiti di fatto”.
Ogni Paese è “sotto tutela” degli altri partner, ma l’Italia in questo momento ha meno autonomia e maggiori difficoltà degli altri e le ragioni sono sotto gli occhi di tutti.
Ma, in modo specifico, la riduzione di autonomia “è anzitutto una scelta della politica italiana! Le difficoltà e i contrasti sulla manovra trovano radice non tanto e non solo in regole e scelte Ue, ma nel Fiscal compact, un trattato che abbiamo ratificato nel 2012”.
Cioè, quando a palazzo Chigi c’era Mario Monti, il premier tecnico ultra europeista.
Dunque, la nostra è una condizione che ci siamo autoimposti?
Il professsore non ha dubbi: “Nessuno ci obbligava a modificare la Carta. Oltre che col Fiscal compact, con il nuovo articolo 81 una politica debole e subalterna ha pensato di mettere una camicia di forza, in omaggio al totem di una gestione presuntivamente virtuosa della finanza pubblica. Di sicuro, una riforma sbagliata e potenzialmente pericolosa”
Acnhe il docente univerisitario, però, teme che la situazione possa non cambiare e che si continuino a far prevalere gli “egoismi territoriali”.