Meloni e Santanchè, ora è scontro aperto. Pressione per le dimissioni, ma la ministra si aggrappa alla poltrona
Il governo di Giorgia Meloni sta affrontando una situazione delicata in merito al futuro di Daniela Santanchè. Nonostante il forte pressing di Palazzo Chigi, che chiede un passo indietro da parte della ministra del Turismo, Santanchè continua a resistere e a svolgere il suo incarico.
La crisi politica si è intensificata dopo il suo rinvio a giudizio nel processo Visibilia, ma la ministra, da parte sua, non sembra intenzionata a dimettersi. “Sono tranquilla, vado a lavorare come sempre”, ha dichiarato durante una breve intervista a LaPresse.
I segnali da Palazzo Chigi e la possibile successione
Da via della Scrofa e Palazzo Chigi sono arrivati segnali contrastanti. Se da un lato si continuano a lanciare messaggi indiretti sulla necessità di un avvicendamento, dall’altro la premier Meloni sembra voler evitare di intestarsi personalmente questa mossa, nonostante la fiducia politica nei confronti di Santanchè sia ormai venuta meno.
Fonti vicine a FdI parlano di Lucio Malan, capogruppo di FdI al Senato, come di uno dei possibili candidati a prendere il posto della ministra. Malan, per ora, ha evitato di commentare le voci di una sua possibile nomina, limitandosi a parlare di altre questioni.
La determinazione di Santanchè a non cedere alle richieste di dimissioni si riflette anche nelle dichiarazioni pubbliche, come quella sulla sua continua attività per il rafforzamento del settore turistico. Intanto le proteste dell’opposizione non si placano. Elly Schlein ha accusato Meloni di non avere il coraggio di chiedere le dimissioni della ministra, e i 5 Stelle hanno presentato mozioni di sfiducia.
La strategia di Meloni e il sostegno a Santanchè
Nel contesto di queste tensioni interne, Meloni ha incontrato i suoi vicepremier e il presidente del Senato, Ignazio La Russa, per cercare di fare il punto sulla situazione. II ministro della Difesa Crosetto e Matteo Salvini hanno difeso Santanchè, sostenendo che deve essere considerata innocente fino al terzo grado di giudizio. Ma le voci di un imminente avvicendamento non cessano, con Meloni che potrebbe presto essere costretta a prendere personalmente una decisione definitiva.