Massimo uccide la moglie Emanuela a mani nude, poi la riveste e rimane con lei per 7 ore
La tragedia che ha scosso la comunità di Ripaberarda, frazione di Castignano, in provincia di Ascoli Piceno, ha portato alla morte di Emanuela Massicci, una maestra di 45 anni, brutalmente uccisa dal marito Massimo Malavolta. L’omicidio, avvenuto nella notte del 19 dicembre, ha scosso l’intera provincia, facendo emergere una violenza inaudita che ha strappato la vita a una donna madre di due figli.
La dinamica del delitto
Secondo i risultati dell’autopsia e la ricostruzione fornita dalla Procura di Ascoli Piceno, il delitto si sarebbe consumato tra l’una e le due di notte, quando i figli della coppia dormivano nella loro stanza. Emanuela Massicci è stata aggredita con una violenza tale da riportare fratture multiple al naso, a sette costole e all’ulna sinistra. Le percosse sono state talmente violente che la donna ha cercato disperatamente di difendersi, come evidenziato dai segni sulle sue mani.
Dopo l’aggressione, Massimo Malavolta ha rivestito il corpo della moglie e, in un tentativo di suicidio, si è autoinflitto un taglio all’avambraccio. Alle 5:32 del mattino, ha telefonato ai suoi genitori per comunicare loro la morte della donna. Al momento dell’arrivo dei carabinieri e dei sanitari, Malavolta è stato trovato seduto accanto al corpo della moglie, in stato di semi-incoscienza, con il coltello ancora in mano.
La reazione delle autorità
Il gip di Ascoli, Annalisa Giusti, ha convalidato l’arresto dell’uomo in flagranza di reato e ha disposto la custodia cautelare in carcere, accogliendo la richiesta della Procura. Malavolta, infatti, è ancora ricoverato all’ospedale Mazzoni di Ascoli, dove è sorvegliato dopo il tentativo di suicidio. Il suo trasferimento in carcere, nella struttura di Marino del Tronto, avverrà non appena i medici certificheranno le sue condizioni di salute.
Il difensore di Malavolta, l’avvocato Saveria Tarquini, ha chiesto il trasferimento del suo assistito in una struttura sanitaria, basandosi su una perizia psichiatrica del 2015 che evidenziava problemi psichici precedenti. Tuttavia, la gip ha respinto tale istanza, ritenendo che la detenzione in carcere fosse la misura più adeguata per evitare ulteriori atti di violenza, vista la gravità del crimine e la pericolosità dell’uomo.
Le indagini e la pericolosità dell’indagato
Secondo i medici legali Sabina Canestrari e Francesco Brandimarti, il decesso di Emanuela Massicci risale a circa sette ore prima della scoperta del cadavere. L’omicidio, come evidenziato dagli accertamenti, è stato causato dalle percosse inflitte dal marito con inaudita brutalità.
Nel disporre la custodia cautelare, la gip ha sottolineato i gravi indizi di colpevolezza a carico di Massimo Malavolta, confermando la sua estrema pericolosità. Non appena le sue condizioni di salute lo consentiranno, l’uomo sarà trasferito in carcere, una misura ritenuta necessaria per tutelare la sicurezza pubblica.
La morte di Emanuela Massicci rappresenta l’ennesimo tragico episodio di femminicidio, un fenomeno che continua a segnare in maniera drammatica la cronaca delle nostre città.