Maria Rosaria Boccia diffidata da un altro politico per stalking: “Diceva di essere incinta di me”

Maria Rosaria Boccia protagonista di un altro pruriginoso gossip politico, dopo l’esplosione dello scandalo Sangiuliano. Secondo quanto riporta La Verità, la presunta ex amante del ministro dimissionario sarebbe stata diffidata nel 2018 da un altro esponente politico per “atti persecutori”. A rivelarlo al quotidiano diretto da Maurizio Belpietro è stato il legale della presunta vittima di stalking, di cui però non si conosce ancora il nome. Anche se dovrebbe essere un assessore di un paese della costiera Amalfitana.

La denuncia del politico: “Cosa mi ha fatto la Boccia”

“La seppur breve ‘relazione’ affettiva è stata interrotta per volontà unilaterale del mio assistito alla fine del mese di luglio scorso. – scrive l’avvocato del misterioso politico nella diffida pubblicata da La Verità – Una fine che Ella mai ha accettato. Atteso che a decorrere dal 3 agosto, giorno in cui comunicava telefonicamente al mio assistito di essere incinta, per il mio assistito iniziava un incubo che di fatto lo ha indotto a modificare radicalmente le proprie abitudini di vita, determinando un perdurante e grande stato di ansia o di paura”.

“Alla notizia della gravidanza, seppur improbabile, il mio assistito, coerentemente ai suoi valori culturali, nonostante ribadisse di non voler essere in alcun modo più impegnato in relazione sentimentale, Le (alla Boccia ndr) faceva presente che si sarebbe comunque assunto le responsabilità del caso”, si legge ancora nell’atto di diffida stragiudiziale. Ma la condizione posta dal politico era “un riscontro medico/clinico certo su tale asserito stato di gravidanza”.

Un riscontro che sarebbe stato “sempre negato” dalla Boccia, secondo quanto risulta al legale. Dopo essersi introdotta nel parcheggio dei genitori di lui, rivela ancora l’avvocato, la Boccia avrebbe detto: “Mi hai lasciata incinta per arrivare ai miei soldi e al mio ceto sociale, la tua casa è schifosa, posso comprarne dieci così, al tuo paese ti schifano tutti”. L’imprenditrice di Pompei lo avrebbe anche “inseguito, tra l’altro a folle velocità” mentre era alla guida della sua auto e si sarebbe “attaccata al suo citofono nel pieno della notte”.

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