Madonna di Trevignano, le analisi chiudono il caso: “Ecco di chi è davvero quel sangue”
Le indagini sulla statua della Madonna di Trevignano, nota per le presunte lacrimazioni di sangue, hanno portato a un verdetto definitivo: il sangue trovato sulla statua appartiene a Gisella Cardia. La veggente che per anni ha attirato migliaia di fedeli nel piccolo comune laziale, sostenendo di ricevere messaggi divini, ora rischia il rinvio a giudizio. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, i test condotti nei laboratori dell’Università di Tor Vergata hanno confermato che il Dna presente sulla statua corrisponde a quello della stessa Cardia.
Un colpo di scena che potrebbe cambiare drasticamente il corso dell’inchiesta condotta dalla Procura di Civitavecchia, che sta indagando per truffa e abuso della credulità popolare. Già nei mesi scorsi era stato accertato che il sangue presente sulla statua fosse di origine umana, escludendo dunque l’ipotesi che fosse di provenienza animale. Ora, però, i risultati delle analisi genetiche sembrano inchiodare Gisella Cardia, chiudendo il cerchio su uno dei casi di presunti fenomeni mistici più discussi degli ultimi anni.
Madonna di Trevignano, il sangue sulla statua è della veggente Gisella Cardia
“Aspettiamo di conoscere se si tratta di profilo misto o singolo. Lei ha maneggiato e baciato la statua”, ha dichiarato il suo avvocato Solange Marchignoli. La difesa della Cardia punta infatti a dimostrare che la presenza del suo Dna sulla statua possa essere frutto del contatto accidentale e non di un’azione deliberata per simulare un miracolo.
L’inchiesta su Gisella Cardia e i suoi presunti fenomeni soprannaturali va avanti dal 2016, anno in cui l’ex imprenditrice ha iniziato a organizzare raduni di fedeli a Trevignano Romano, dichiarando di ricevere messaggi dalla Madonna. Per anni, centinaia di pellegrini hanno affollato il Campo delle Rose, un terreno trasformato in luogo di culto abusivo, dove la Cardia mostrava la statua piangente e leggeva i suoi presunti messaggi divini.
La vicenda ha iniziato a prendere una piega legale quando la Procura di Civitavecchia ha aperto un’indagine, sospettando che dietro ai raduni e alle donazioni ricevute dai fedeli potesse celarsi una truffa. Il Consiglio di Stato, inoltre, ha ordinato la rimozione dei manufatti abusivi presenti nel Campo delle Rose, ponendo un freno all’attività della veggente. Adesso, con la prova scientifica che collega il sangue alla Cardia, la sua posizione giudiziaria si fa sempre più delicata.
Nonostante le prove emerse dalle indagini, la difesa della veggente continua a sollevare dubbi sulla questione. “Se il profilo genetico fosse singolo, significherebbe che è solo di Cardia e quindi lo ha messo lei, portandola al rinvio a giudizio. Ma se fosse misto, significherebbe che c’è anche il Dna di qualcun altro”, ha dichiarato l’avvocato Solange Marchignoli, cercando di allontanare le accuse dalla sua assistita.
“Chi conosce il Dna della Madonna? Io non ho risposte. Deduco che non sia umano, ma questo è un nostro pensiero. Ci addentriamo nella fede?”, ha aggiunto provocatoriamente la legale, cercando di insinuare dubbi sull’interpretazione delle prove scientifiche.
Le autorità continueranno a vagliare il materiale raccolto prima di prendere una decisione definitiva sulla posizione giudiziaria di Gisella Cardia. Nel frattempo, la sua comunità di fedeli rimane divisa tra chi crede ancora nella sua buona fede e chi, dopo queste rivelazioni, inizia a mettere in dubbio i fenomeni che l’hanno resa famosa. Il caso della Madonna di Trevignano potrebbe presto giungere a un epilogo clamoroso, ma per il momento una cosa è certa: le lacrime di sangue non erano un miracolo.