“L’uscita da Europa ed Euro è un’opzione concreta”. Germania, AfD alza il tiro
La Germania è sconvolta da quello che sta accadendo dopo le elezioni in Turingia e Sassonia, che hanno visto la crescita sempre più impetuosa dei partiti sovranisti di destra e di sinistra. Preoccupa soprattutto l’ascesa prepotente del partito di estrema destra AfD. Tanto che il governatore della Baviera, Markus Soeder, ha dichiarato che “anche i nazisti non sono arrivati al potere dall’oggi al domani”. Parole che hanno infastidito la co-presidente del partito Alice Weidel. Che considera gli attacchi provenienti dai partiti tradizionali “profondamente antidemocratici. Sembra il fronte nazionale dell’ex Ddr. Isolando l’Afd, che in Turingia e Sassonia rappresenta oltre il 30% degli elettori, e in Turingia è arrivata addirittura prima, si danneggia la cultura democratica del nostro Paese. E si ignora l’evidente spinta degli elettori per un cambiamento politico sostanziale“. Weidel ha anche avvisato la Cdu: “Se farà patti con la sinistra piuttosto che con Afd”, ha dichiarato, “sparirà come la Democrazia Cristiana”. In un’intervista con Repubblica, la leader dell’estrema destra ha anche affermato che la sua formazione non è “né radicale, né estremista“, rifiutando le accuse di simpatie per l’ideologia nazista.
Ma le affermazioni più forti, la co-presidente di AfD le ha riservate alla situazione continentale. “La Germania, per sopravvivere, non ha bisogno della Ue“, ha infatti spiegato. “Piuttosto è la Ue che ha bisogno della Germania. E l’Unione Europea dovrebbe comportarsi di conseguenza. Solo a queste condizioni un’uscita della Germania dall’Unione Europea non si renderà necessaria”. A domanda specifica, Weidel ha risposto che per il suo partito la cosiddetta Dexit (termine mutuato dalla Brexit inglese) rimane un’opzione percorribile se le istanze del popolo tedesco non saranno ascoltate. Anche se per ora Weidel ha detto di considerare l’uscita del Paese dal governo di Bruxelles come “un’ultima ratio. Non vogliamo distruggere le cose, vogliamo riformare. Ma può avvenire soltanto se i nostri partner europei capiscono che devono rispettare i nostri interessi più vitali”. Parole che fanno impressione, se si pensa che la Germania sino a ora è stata la guida indiscussa dell’Unione Europea. Il tema Bruxelles, anche per questo, si lega strettamente alla politica interna tedesca. Chiedere un cambiamento in Europa, di fatto, significa chiederlo anche in Patria.
Weidel ha aperto alla possibilità di accordi con il centrodestra, ammonendo però la Cdu che se cercherà di isolare AfD alleandosi con i partiti del centrosinistra “non potrà fare la politica centrista e conservatrice che ha promesso in campagna elettorale. Noi tendiamo la mano a tutti coloro che con mezzi pacifici e rispettosi dello Stato di diritto vogliano impegnarsi per il futuro del nostro Paese”. Un’apertura che sembra anche un tentativo di accreditarsi come forza parlamentare e di governo, ma che difficilmente potrà essere accolto dal centrodestra teutonico. Troppe le differenze e troppo forti i sospetti di simpatie neonaziste per portare a una reale apertura. Ecco perché il percorso di AfD potrebbe proseguire su una strada parallela, come d’altronde avviene già a Bruxelles, dove il partito di estrema destra tedesco ha fondato un proprio gruppo che si differenzia anche dai sovranisti di Orban e Salvini. A rendere la situazione ancora più complessa, l’ottimo risultato dei sovranisti di sinistra del nuovo partito di Sahra Wagenknecht. I sovranisti, di destra e di sinistra, hanno profonde differenze ma anche molti punti in comune. A cominciare dalla dura critica a questa Ue e alla posizione sulla guerra in Ucraina. Il fatto che siano vicini al 50% dei consensi nelle regioni dell’Est, dimostra anche che l’integrazione fra Est e Ovest della Germania è stata un parziale fallimento da molti punti di vista, soprattutto ora che la crisi economica morde il popolo tedesco. E ora i politici a Berlino tremano. La Germania è una polveriera e sembra pronta a esplodere. Se ciò accadrà, l’onda d’urto colpirà tutta l’Europa, con conseguenze imprevedibili.