L’ultimo saluto a Sara Campanella, oggi i funerali: “L’amore non commette femminicidi”

Un lungo corteo silenzioso ha accompagnato la salma di Sara Campanella, la studentessa di 22 anni tragicamente uccisa il 31 marzo da un compagno di università che la perseguitava da tempo. La cerimonia si è svolta presso la chiesa di San Giovanni Battista, situata nel cuore di Misilmeri, dove una folla commossa ha affollato la piazza e le strade circostanti, unita in un dolore profondo e composto.

La bara bianca di Sara è stata portata a spalla dai familiari e dai suoi amici più cari. I giovani presenti hanno indossato magliette nere con la scritta “No Violenza”, in segno di protesta e in memoria della giovane vita spezzata. Nelle loro mani, una foto di Sara e palloncini a forma di cuore hanno accompagnato il corteo fino all’ingresso della chiesa, dove un lungo e toccante applauso ha interrotto il silenzio mentre la bara saliva i gradini del sagrato.

All’esterno, un maxischermo è stato allestito per permettere anche a chi non era riuscito ad entrare di seguire la cerimonia. Su alcune transenne, uno striscione con la scritta “Nel ricordo di Sara, a difesa delle donne. Basta femminicidi” ha attirato l’attenzione di tutti, richiamando l’importanza di una lotta collettiva contro la violenza di genere, lo stesso messaggio che era stato esposto il giorno precedente allo stadio dalla curva nord del Palermo.

Tra i presenti, il sindaco di Messina, Federico Basile, ha proclamato il lutto cittadino, mentre la rettrice dell’Università di Messina, Giovanna Spatari, ha annunciato il conferimento postumo della laurea a Sara, studentessa in Tecniche di laboratorio biomedico. Un gesto che sottolinea l’importanza della sua vita e del suo impegno accademico, stroncato da un atto di violenza inaccettabile.

Durante l’omelia, l’arcivescovo Corrado Lorefice ha espresso parole cariche di dolore e riflessione: “Siamo qui sconvolti, davanti a un corpo martoriato. Perché? Perché questo strazio? La violenza ha distrutto la bellezza di Sara, delle sue relazioni, della vita che sognava di costruire”. Le sue parole hanno risuonato nel cuore di tutti i presenti, trasformando la memoria di Sara in un simbolo di una battaglia che non può più aspettare.

Il corteo e le manifestazioni che lo hanno accompagnato rappresentano non solo un momento di lutto, ma anche un appello urgente all’azione per prevenire altre tragedie simili. La comunità si è unita in un grido di speranza e determinazione, chiedendo a gran voce giustizia e un futuro libero dalla violenza. La memoria di Sara Campanella rimarrà viva, alimentando la lotta contro il femminicidio e la violenza di genere, affinché nessuna altra vita venga spezzata in questo modo.

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