Lo studio shock: ecco l’ultima cosa che vediamo prima di morire
Lo studio shock: ecco l’ultima cosa che vediamo prima di morire. In ambito biologico, la morte (dal latino mors) può essere definita in negativo, come la permanente cessazione di tutte le funzioni vitali dell’essere vivente, ovvero dell’organismo vivente: quindi la fine della vita. La dimensione della morte è qualcosa che, da sempre, porta con sé un alone di mistero, sia dal punto di vista religioso o emotivo sia sul piano fisiologico. Cosa succede al nostro corpo nel momento in cui la vita ci abbandona? Uno studio pubblicato su Frontiers’ Mission nella sezione Aging Neuroscience ha cercato di trovare le risposte a queste domande.
Lo studio shock: ecco l’ultima cosa che vediamo prima di morire
Cosa vediamo prima di morire? Per cercare una risposta a questa particolare domanda, le neuroscienze investono numerose risorse nell’ambito della ricerca che piano a piano dischiude qualche porta su un mondo ancora tutto da approfondire. Un importante contributo arriva da uno studio pubblicato su Frontiers’ Mission nella sezione Aging Neuroscience. Come riportato da SuperEva.it, “alcuni scienziati hanno, infatti, rilevato l’attività del cervello umano in punto di morte, rilevando una serie di onde ritmiche che sarebbero in tutto simili a quelle che si evidenziano nella fase del sogno e della meditazione. In base a quanto emerso, dunque, è stato possibile capire meglio in che modo la mente organizza le informazioni nel momento del decesso, spiegando anche l’ultima visione che dice di avere chi ha attraversato il coma”, Lo studio è stato possibile, si legge nell’estratto online, grazie al monitoraggio di un paziente 87enne colto da attacco di epilessia.
Una scoperta impressionante
“Il team di ricercatori, come riportato da SuperEva.it, ha rilevato le attività del cervello nel momento della crisi epilettica che ha determinato un infarto e poi la morte del soggetto. […] Appena prima e dopo che il cuore ha smesso di funzionare, sono stati segnalati cambiamenti nelle onde cerebrali. Si tratta di oscillazioni normalmente attive quando ci concentriamo, sogniamo, meditiamo o ricordiamo. […]. Nei secondi che precedono il decesso, quindi, è possibile che il cervello richiami eventi importanti della vita. La conclusione degli studiosi afferma, infatti, che nonostante i nostri cari abbiano gli occhi chiusi e stiano scivolando nel riposo eterno, i loro cervelli potrebbero rivivere alcuni dei momento più belli della loro intera esistenza”.