Liliana Resinovich, parla l’avvocato del marito Sebastiano: “Gli ho detto di smetterla”

Il caso della morte di Liliana Resinovich, la donna triestina scomparsa nel dicembre 2021 e ritrovata cadavere poche settimane dopo, torna a far discutere. Recenti dichiarazioni di Paolo Bevilacqua, avvocato del marito di Liliana, Sebastiano Visintin, hanno riacceso l’attenzione su una vicenda che continua a sollevare interrogativi e controversie.

In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, Bevilacqua ha espresso una posizione sorprendente, auspicando che il marito di Liliana venga indagato. “Dal punto di vista mediatico è indagato da quando è scoppiato il caso, e sono più di tre anni”, ha dichiarato, sottolineando la differenza tra la percezione pubblica e la realtà legale. Nonostante Visintin non sia mai stato ufficialmente iscritto nel registro degli indagati, la pressione mediatica e il clamore attorno al caso hanno creato una situazione di grande disagio.

L’avvocato ha spiegato che un’indagine formale potrebbe finalmente chiarire la posizione di Visintin. “Se vogliono interrogarlo o fare qualche accertamento tecnico non ripetibile, lo devono iscrivere, e questo al momento non è successo”, ha affermato, evidenziando l’importanza di una procedura chiara.

Bevilacqua ha anche espresso preoccupazione per l’esposizione continua del suo assistito in televisione. Le numerose interviste rilasciate da Visintin potrebbero rivelarsi pericolose, poiché “anche se sei innocente, nel momento in cui vieni sottoposto a mille domande, ti può scappare lo svarione”. Questa pressione ha spinto il legale a imporre un freno all’attività mediatica del suo cliente: “O così o ti mollo”.

Il contesto legale di Visintin si complica ulteriormente, poiché è attualmente coinvolto in un altro procedimento giudiziario, essendo stato rinviato a giudizio per diffamazione da alcuni vicini di casa, sempre a causa di sue dichiarazioni rilasciate in televisione. Bevilacqua ha definito questa “folle mediaticità” inaccettabile, affermando che “i processi si debbano celebrare nelle sedi deputate”.

In un’ulteriore svolta, l’avvocato ha riaperto un’ipotesi che molti avevano archiviato: quella del suicidio. “Io penso che potrebbe non esserci un assassino. Per me ci sta il suicidio, per quanto anomalo sia stato”, ha dichiarato, lasciando aperta una possibilità che potrebbe cambiare radicalmente la narrazione attorno a questo caso così complesso. Anche Visintin, in una delle sue ultime apparizioni a Quarto Grado, ha ammesso: “Ho sempre cercato di dare un mio contributo, ma evidentemente ho commesso qualche errore, ho parlato un po’ troppo”.

La vicenda di Liliana Resinovich rimane avvolta da dubbi e contraddizioni. Le recenti dichiarazioni del marito e del suo avvocato aprono a nuove possibilità investigative, rendendo evidente che, a distanza di oltre tre anni, la verità su questo caso rimane ancora elusive.

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