“L’HO UCCISA IO”. 12ENNE TORTURATA E VIOLENTATA: LA CONFESSIONE CHOC
Un omicidio che ha sconvolto Parigi e la Francia, quello della piccola Lola Daviet, una bimba di soli 12 anni di cui si erano perse le tracce venerdì pomeriggio, all’uscita da scuola.
Sarebbe dovuta rientrare nel palazzo in cui viveva e di cui il padre fa il custode, nel 19esimo arrondissement di Parigi ma il papà, non vedendola rincasare al termine della scuola, vedendo scorrere il tempo, ha iniziato a chiedere ai vicini se l’avessero vista in giro.
Lola non era con le amiche nel giardino vicino ma era stata vittima di un omicidio, uno dei più efferati della cronaca francese. Purtroppo il giallo della sua scomparsa si è concluso con un tragico epilogo.
Di questa splendida bambina dai capelli biondi sappiamo, ora, che è stata ritrovata cadavere in una valigia, con la testa quasi staccata dal resto del corpo, con le mani e i piedi legati.
Ma chi l’ha ridotta così? Chi è o chi sono i responsabili di un omicidio così atroce? Proprio in queste ore sono emersi ulteriori agghiaccianti dettagli, utili a ricostruire quanto accaduto alla 12enne.
Lola Daviet, ritrovata martoriata, mutilata, in un baule , lo scorso 15 ottobre, sarebbe stata uccisa da Dhabia B., una clochard 24enne che avrebbe confessato l’omicidio. Ma dietro la morte della minore, come se questo non fosse già abbastanza, si nasconde uno scenario ancora più sconvolgente di quello inizialmente ipotizzato. A rivelarlo è l’emittente francese Europe 1.
La 12enne sarebbe stata violentata e torturata. Durante la confessione, la presunta assassina, incastrata da una telecamera di videosorveglianza, ha dichiarato: “Non mi fa né caldo né freddo. Anch’io sono stata violentata e ho visto i miei genitori morire davanti a me”, senza mostrare alcun segno di pentimento per l’omicidio commesso. Ma quale sarebbe stato il movente del delitto? Secondo il canale televisivo BfmTv tutto sarebbe partito da un’accesa discussione tra la madre della vittima e la clochard. La signora Daviet non le avrebbe voluto dare il pass per entrare nello stabile.
Alle 15:17 la minore e Dhabia sarebbero entrare nello stabile e alle 16:48 Lola sarebbe stata portata dalla clochard reo confessa nell’appartamento di sua sorella in cui avrebbe ucciso la bambina, dopo averla aggredita sessualmente mentre era in doccia. Per completare la mattanza, Dhabia avrebbe preso un paio di forbici, recidendo la giugulare, fino a quasi staccare la testa della povera vittima dal resto del corpo.
Ma non è tutto, in quanto la bimba sarebbe stata trovata con mani e piedi legati con su scritte le cifre 0 e 1. Cosa significano è ancora oggi, un mistero, attorno al quale gli inquirenti devono far luce. La clochard che si è autoaccusata non ha avuto mai, sino ad oggi, problemi con la giustizia.
Solo il 21 agosto, avendo il permesso di soggiorno scaduto, sarebbe stata fermata dalle forze dell’ordine in aeroporto, notificandole l’obbligo di lasciare la Francia. Questo è riportato sui principali siti francesi. Molti sono i dubbi che ruotano dietro la morte della povera Lola. Un caso complesso, efferato, che merita giustizia e verità.