L’Europa contro l’Italia: “Ratifichi il Mes o saranno guai”
Lo scontro tra l’Italia e i suoi partner europei è esploso in modo aperto e senza mezzi termini. L’Italia ha confermato la sua decisione di non voler ratificare il Mes, il Meccanismo di Stabilità, e in risposta, i paesi europei minacciano di non approvare la riforma del Patto di Stabilità. Questo confronto è stato al centro delle discussioni durante la seconda giornata del Consiglio europeo, dopo che i leader avevano già discusso di altre questioni internazionali come la crisi in Medio Oriente e l’Ucraina.
Italia non firma il Mes, quali sono le conseguenze per il nostro Paese
L’Italia è l’unico paese che non ha ancora dato il via libera alla nuova formulazione del Mes, il che impedisce al Mes di entrare in funzione e provoca crescente irritazione tra i partner europei, in particolare la Germania. Questo strumento include misure relative alla protezione delle banche, che suscitano notevole interesse.
Nel frattempo, Giorgia Meloni ha avanzato l’idea di uno scambio: il Parlamento italiano potrebbe approvare il Mes se verranno soddisfatte le sue richieste sulla riforma del Patto di Stabilità, cercando un quadro più chiaro. Tuttavia, la risposta degli altri 26 paesi membri e della Commissione europea è stata chiara: senza ratifica, non ci sarà riforma e dal primo gennaio entrerà in vigore il “vecchio” Patto di Stabilità. Questa sarebbe una soluzione pericolosa per l’Italia, poiché le regole sul debito e il deficit sarebbero molto più severe, con conseguenze finanziarie considerevoli.
L’Italia, guidata da Palazzo Chigi, sembra isolata in questa disputa, rischiando di giocarsi la sua stabilità finanziaria. Con il secondo debito più alto in Europa e previsioni economiche poco rosee per l’anno successivo, la prospettiva di avviare una procedura di infrazione in primavera senza una riforma del Patto di Stabilità è reale.
Ursula Von der Leyen, sarà riattivata clausola di salvaguardia
Ursula von der Leyen ha confermato che la clausola di salvaguardia che aveva sospeso le regole della governance economica sarà disattivata tra due mesi, rendendo la situazione ancora più urgente. Se un accordo non verrà raggiunto entro novembre, le nuove regole potrebbero non entrare in vigore a gennaio, il che potrebbe causare ulteriori complicazioni, specialmente in un momento di campagna elettorale per le elezioni europee e con la Commissione in scadenza.
La Germania, in particolare, cerca garanzie sui percorsi di rientro dal deficit e dal debito, poiché la proposta della Commissione è stata giudicata troppo vaga. Inoltre, l’esecutivo italiano desidera escludere le spese relative alla Difesa e alla transizione ecologica dal calcolo del deficit e del debito, oltre a sospendere le spese riguardanti il Pnrr fino al 2026. Queste soluzioni non sono ben accette dai paesi “frugali” del nord Europa.
Attualmente, non c’è unità d’intenti tra i paesi membri, ma la presidente della Bce, Christine Lagarde, ha sottolineato l’importanza di trovare un accordo entro la fine dell’anno come segnale di unità. Tuttavia, al momento, l’impasse persiste e il governo italiano si trova in una situazione delicata, con molte incertezze sul suo futuro finanziario.