L’atleta muore mentre nuota ma le gare continuano. L’italiana Fuliano si ritira: “Assurdo, dovevano fermare tutto”
Giovedì scorso, il mondo del CrossFit ha subito un duro colpo con la tragica morte di Lazar Dukic, atleta serbo di 28 anni, annegato durante una gara di nuoto dei CrossFit Games in Texas. Dukic, considerato uno dei migliori atleti europei, ha perso la vita nelle acque torbide del lago Marine Creek, trasformando quello che doveva essere un momento di gloria in una tragedia indescrivibile.
Lazar Dukic aveva conquistato la scena internazionale del CrossFit, classificandosi 88esimo nel ranking mondiale e portando la bandiera della Serbia ai CrossFit Games dal 2021. La sua familiarità con il “floor” dei Games, noti come le “Olimpiadi” del CrossFit, non lasciava presagire un simile destino. Purtroppo, lo sport a cui aveva dedicato gli ultimi anni della sua vita lo ha tradito in un momento cruciale, reclamando la sua vita in una gara che avrebbe dovuto celebrare la sua forza e resistenza.
Il dolore tra gli atleti e il ritiro di Elisa Fuliano
Il dolore per la perdita di Dukic è stato palpabile tra gli atleti, molti dei quali hanno deciso di ritirarsi dalla competizione in segno di rispetto e lutto. Elisa Fuliano, unica italiana in gara, profondamente scossa dalla tragedia ha dichiarato: «Dopo una preparazione lunga anni, dopo questa morte non ero in grado di gareggiare. Potevo esserci io al posto di Lazar». Decisa a ritirarsi dai CrossFit Games, l’atleta italiana ha spiegato quanto fossero importanti per lei: «I Games sono il sogno di ogni CrossFitter. Queste sono le mie Olimpiadi ed essere su quel floor era tutto. Io volevo provarci, ci ho provato con tutta me stessa, ma non ce l’ho fatta». Tuttavia, nonostante la difficile decisione, ha concluso con fermezza: «Noi siamo atleti e per me aveva senso ritirarsi, non mi pento di nulla».
Le responsabilità e le indagini in corso
Il CEO di CrossFit Inc., Don Faul, ha espresso il dolore della comunità per la perdita di Dukic, mentre il direttore dei Games, Dave Castro, ha promesso indagini approfondite per fare luce su eventuali negligenze. Tuttavia, permangono forti dubbi sulla preparazione del personale addetto alla sicurezza, con testimonianze di spettatori che hanno assistito impotenti alla tragedia senza poter intervenire. Un video virale sui social ha evidenziato la mancanza di reazione da parte degli addetti alla sicurezza, suscitando ulteriore indignazione
Nonostante la tragedia, le gare sono proseguite, suscitando divisioni tra gli atleti e i loro coach. Alcuni hanno scelto di ritirarsi, mentre altri hanno deciso di continuare a gareggiare, sollevando il dibattito su quale sia il giusto modo di onorare la memoria di Dukic. Il mancato tributo adeguato da parte dell’organizzazione ha alimentato ulteriori critiche, con molti che si sono chiesti se il valore della vita umana nel CrossFit sia stato adeguatamente considerato.
La risposta della community
La comunità del CrossFit, da sempre unita, ha risposto con commozione e solidarietà. Stefano Migliorini, ex “Fittest in Italy” e titolare di un box a Milano, ha dedicato un allenamento in memoria di Dukic, riflettendo sulla necessità di garantire la sicurezza degli atleti. Migliorini ha sottolineato come l’accaduto abbia scosso l’intera comunità, spingendo a una riflessione profonda sui valori che dovrebbero guidare questo sport.
La tragedia di Lazar Dukic ha messo in luce le fragilità del mondo del CrossFit, sollevando domande cruciali sulla sicurezza e sul rispetto per la vita degli atleti. Mentre le indagini continuano, la comunità si interroga sul futuro di uno sport che, pur basandosi sulla solidarietà, ha dimostrato di poter fallire proprio nei momenti di maggiore necessità.