A rompere il silenzio sulle condizioni del pontefice, è stato il chirurgo Sergio Alfieri, che lo operò di diverticolite nell’estate del 2021, accanto a Luigi Carbone, referente medico, vicedirettore della direzione sanità e igiene della Santa Sede.
Nel rispondere alle domande dei giornalisti, hanno dichiarato: «Ci sembrava opportuno, dopo averne parlato con lui, condividere quello che è accaduto, come sta il Santo Padre e cosa ci aspettiamo da ora in avanti».
La polmonite bilaterale è una patologia grave, ragion per cui c’è ancora. Il papa riceve di tanto ni tanto un supporto di ossigeno e il rischio più grave è che i germi , localizzati nel polmone, passino nel sangue. Questo comporterebbe una sepsi, compromettendo il funzionamento degli organi vitali. Alfieri ha poi ripercorso la storia del pontefice, che ha accusato uno stato di malessere in casa, per poi rivolgersi, una volta aggravatosi, ai medici, arrivando in ospedale.
” Non è un uomo come tutti gli altri, governa la Chiesa”, ha aggiunto il chirurgo, specificando il motivo del ritardo nel farsi ricoverare. E’ stato duro convincerlo al ricovero ma attualmente il Papa non vuole risparmiarsi.
Più la patologia va avanti più il quadro si può destabilizzare e se è il cuore ad affaticarsi, per compensare la sofferenza generale dell’organismo, sono guai. La situazione è grave, la patologia è cronica, a volte al papa manca il respiro. Resterà di sicuro tutta la prossima settimana ricoverato. E’ un quadro molto delicato perché basta pochissimo affinché tutti i valori tornino a squilibrarsi. Nonostante tutto il Papa è instancabile e ieri si è recato in cappella a pregare. La convalescenza sarà molto dura.