La microbiologa Gismondo: «Non si può andare avanti con un Dpcm alla settimana, è devastante»

Un altro decreto, l’ennesimo. Altri contrasti a Palazzo Chigi, tra chi la vuole cotta e chi la vuole cruda. Altre conferenze stampa. A tutto c’è un limite. E a farlo capire a chiare lettere è Maria Rita Gismondo, microbiologa dell’ospedale Sacco di Milano. Le sue parole sono inequivocabili. «Non è possibile dover riprogrammare la propria vita ogni settimana con un nuovo Dpcm. Siamo in una situazione in cui non ci è concesso pensare al di là delle 24 ore. E questo è devastante, psicologicamente e socialmente». L’esperta chiede quindi «che si faccia una programmazione seria». Bisogna innanzitutto «porsi un obiettivo». Un obiettivo vero.

Gismondo: «Evitiamo la fine psicologia e sociale»

«Ci sono calcoli di valutazione del rischio a disposizione». Modelli «che ci possono mostrare i diversi scenari possibili». Ebbene, che su queste basi «vengano perseguiti obiettivi ben precisi attraverso una programmazione», insiste la scienziata. «Altrimenti è veramente la fine, psicologica e sociale oltre che economica».

«L’obiettivo delle misure non è sconfiggere il virus»

La Gismondo è a capo del Laboratorio di Microbiologia clinica, Virologia e Diagnostica delle bioemergenze del Sacco. Ci tiene a fare una premessa: «Le misure che si stanno adottando in termini di mini-lockdown, di chiusure di alcune aree o attività piuttosto che di altre, possono essere comprensibili». Questo, però, «se l’obiettivo è quello di ammorbidire l’aggressione del virus. Ma certamente non quello di sconfiggerlo».

Gismondo: «È una scelta di tipo politico, non scientifico»

Si tratta quindi di una «soluzione di tipo politico, piuttosto che scientifico, che ovviamente non posso criticare» proprio per la sua natura. Ciò detto, quello che la microbiologa auspica dai decisori è «programmazione. Al di là degli interventi che si vogliono adottare», ripete la Gismondi, «bisognerebbe porsi come chiaro obiettivo che siano misure coerenti e soprattutto programmate. Continuare a riprogrammare la propria vita, a cadenza settimanale, è devastante» per tutto e tutti.