Kyenge contro i porti chiusi: “Il futuro dell’Europa è africano”
Qualcuno ha deciso che per le prossime elezioni europee la campagna bisogna farla sulla pelle dei migranti, costi quel che costi. Stiamo assistendo a una pagina molto triste della nostra storia: è una vergogna. Dopo di noi ci sarà chi si domanderà ‘ma è possibile che si sia persa di vista la priorità di salvare vite umane?’”. Così all’Adnkronos l’europarlamentare Pd Cécile Kyenge contesta i porti chiusi.
“La Libia non è un porto sicuro. E da quando le Ong non sono più nel Mediterraneo Centrale qualcuno si vanta che gli arrivi sono diminuiti, vogliamo andare a contare i morti?”. Sì, facciamolo: da quando non ci sono più le ong i morti sono diminuiti.
Ma a Kyenge non interessa nulla di chi vive o muore. Come per le Ong e chi le finanzia, il suo interesse è che più africani possibile arrivino in Italia.
Kyenge lo spiegò tempo fa, lei vuole investire in quelli che definisce gli Stati Uniti d’Europa: «Il problema coinvolge molti paesi europei, pertanto è utile invitarli al confronto con gli afrodiscendenti, per ribadire il loro ruolo nell’arricchire l’Ue. Mi chiedete se l’Africa è il futuro dell’Europa? Vi rispondo di sì».
Ed è naturale, dal suo punto di vista: vuole che più suoi simili la raggiungano. Quello che non è normale è quando a volerlo sono i pochi italiani che lo vogliono: in quel caso è perversione, perché è innaturale.